Il "Giovanni" italiano, porta la firma di Vincenzo Gualtieri

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Percorrendo un sentiero costellato da cosplayer preparate e conseguentemente Cosplay di natura eccelsa, quando arriva il lavoro che non ci si aspetta, quello che in molti delle passate generazioni desiderano, resti un po’ sorpreso e allo stesso tempo emozionato.

Sono contento, dunque, di presentare al pubblico della “Mankey News”, la rappresentazione di un personaggio da me tanto apprezzato nel corso degli anni e che, come si evince dai messaggi del settore, è tanto poco realizzato.

Vincenzo Gualtieri, coadiuvato dall’arte fotografica di Valli Federico, ha saputo cogliere l’attimo e idealizzare la semplicità e l’interpretazione, come dei punti cardine del suo strepitoso Giovanni. Il massaggio che egli desidera trasmettere è semplice e desidero costruirlo e materializzarlo in questa semplice frase: “non è l’elaborazione in se che rende un Cosplay eccelso, bensì il modo in cui la si elabora”.

Per cui, “rifacciamoci gli occhi” come si suol dire e lasciamoci trasportare in quegli anni in cui impazzava la Nintendo con i suoi Pokemon Giallo, Rosso, Blu e Verde, abbandoniamoci in quel mondo dove, una figura oscura accarezzava il suo Persian, ridiamo lustro ad un glorioso passato.


Ben ritrovati sul quotidiano “Mankey News” e grazie a te Vincenzo per averci concesso questa intervista! Parliamo un po’ di Cosplay.. Cos’è che ti affascina di questo mondo? E cosa ti ha spinto ad intraprendere questa carriera? ^o^
«L’onore è mio :), di questo mondo mi affascina molto l’apertura mentale, il poter portare i propri eroi e poterli interpretare al meglio :).
A spingermi in questa carriera è stato soprattutto l’appoggio dei miei genitori nel fare ciò che ritenevo giusto e quindi, da appassionato di anime e manga, non potevo non provare la grande emozione di essere un cosplayer ed emozionare me stesso e gli altri con recitazione e passione».

Quali tipi di tecniche interpretative utilizzi durante le tue performance? E che tipo di tecniche utilizzi durante tutto l’arco della creazione di un tuo lavoro?
«Le tecniche che utilizzo non sono proprio segrete, mi immedesimo nel personaggio in tutto e per tutto, entrando nella mente dell’autore che ha dato vita al personaggio, e non mi sono mai dovuto preparare per esibirmi, perché veniva da se quando salivo sul palco :).
Durante la preparazione, fondamentalmente mi servo di vestiti usati che modifico a mano o in casi estremi chiedo aiuto a chi è in grado di insegnarmi».

Potresti dirci qualcosa sul tuo Giovanni? Le sensazioni che provi quando entri nei suoi panni, il rapporto che hai con questo personaggio e tutto ciò che concerne la sfera emotiva?
«Posso dirvi senza ombra di dubbio che è uno dei personaggi a cui più tengo e che porto fieramente, malgrado sia un malvagio, ma dal mio punto di vista, basandomi sulla serie dei videogiochi e dei manga e non la versione dell’anime che a mio dire non lo rende al meglio, credo che sia un personaggio molto profondo grazie alla sua logica, mentalità e fedeltà in ciò in cui crede.
Le sensazioni che provo nei suoi panni sono di potere, di controllo su me stesso e di potermi sentire un vero leader come vorrei davvero essere anche nella mia quotidianità. Per quanto riguarda il mio rapporto col personaggio è complesso, per quanto sia conscio delle sue intenzioni ed obbiettivi, non riesco ad odiarlo ma anzi ammiro la sua determinazione aggiungendo che, probabilmente, è uno di quei cattivi che non riesci ad odiare».

Hai mai desiderato di rappresentare un personaggio al momento non presente nella tua lista di Cosplay realizzati?
«Obbiettivamente si, avrei voluto rappresentare All Might da “My Hero Academy”, però per diverse motivazioni, che partono dal fisico fino ad arrivare ai capelli, non sarei in grado di gestire, per il momento me lo tengo come sogno nel cassetto».

Attualmente (al di la di protagonisti di gran rilievo, come Ash Ketchum o Misty) gli allenatori di Pokemon che hanno solcato il palcoscenico dell’Anime e del Manga, sembrano poco appetibili nel mondo dei Cosplay. La cosa ti stimola a migliorare o ti preoccupa?
«La cosa non solo mi stimola, ma storco il naso a dir poco a causa proprio della “non curanza” degli autori nel realizzare personaggi non proprio all’altezza dei predecessori, probabilmente il merito di questo lo dobbiamo al marketing e alla scarsa voglia, ciò causa cali di interesse come per le serie animate bianco e nero, mentre il gioco a mio dire era eccelso. Tuttavia la cosa mi stimola a migliorare proprio i personaggi antichi come Giovanni, perché così facendo magari anche personaggi meno conosciuti meritevoli di più interesse, come ad esempio i Superquattro ed i capi palestra, potranno essere apprezzati».

Da quanto tempo progetti Cosplay? E qual’è stato il tuo percorso precedente alla realizzazione del tuo Giovanni?
«Faccio Cosplay ormai da due anni, ma progetto da meno, avendo scoperto solo in seguito il bello dell’auto-creazione, per quanto riguarda invece il mio percorso precedente, diciamo che mi ero soprattutto concentrato sui personaggi di Final Fantasy, per poi spostarmi appunto su quello dei Pokémon, anche grazie all’aiuto della mia fidanzata, ella mi ha spronato a portare questo personaggio cogliendone somiglianze non indifferenti».

In tutti questi anni, qual’è l’idea che ti sei fatto di questo settore? E cosa a tuo parere andrebbe cambiato?
«A mio parere questo settore è in grande crescita e ritengo dovrebbe essere sponsorizzato meglio o quantomeno reso con una coscienza migliore, così che tutti possano vederlo e conoscerlo, portando questa arte a nuove frontiere, senza però dimenticare le sue origini ludiche e solo in seguito competitive.
A mio parere andrebbe proprio cambiata la indole competitiva del Cosplay e delle fiere, gestendo in modo migliore i cosplayer e gli appassionati, in modo che non entrino in conflitto ed ancor di più che non dimentichino lo scopo principale, divertirsi creando legami con altre persone».

Guardando ad un futuro ipotetico, come procederà la tua carriera di cosplayer nei prossimi anni?
«Onestamente non ne ho idea, al momento mi sto applicando per perfezionare Giovanni in tutte le sue forme, tenendolo come mio must, per poi concentrarmi magari su futuri progetti non inerenti ai Pokémon».

Attualmente quanti fan ha il tuo Giovanni? E che medie desideri raggiungere nel corso del tempo?
«Onestamente non credo di avere fan, perché non mi ritengo un VIP, anzi, mi piace considerare tutti i cosplayer amici o famiglia, perché ciò che cerco è il divertimento ed il gruppo, non aspiro ad un successo globale, bensì un trionfo passionale ed emotivo».

Quando realizzi un Cosplay, segui fedelmente le caratteristiche del personaggio o lasci un po’ più spazio all’inventiva?
«Solitamente mi attengo scrupolosamente ai dettagli del personaggio senza modificare nulla, ma nel mio Giovanni (ispirato alla versione di gioco presente in Heart gold e soul silver) ho effettuato una leggera modifica, mettendo ben in vista la R del Team che invece sarebbe stata nascosta al di sotto del cappotto.
Questa scelta nasce dal fatto che molti probabilmente non avrebbero riconosciuto il personaggio, ergo volevo aiutare gli altri a capire di chi si trattasse, ma prossimamente porterò una versione decisamente più simile all’originale».

In Europa, il mondo dei Cosplay occidentale è davvero molto vasto e altamente competitivo, perché in ogni nazione sono presenti un’enorme quantitativo di cosplayer, di cui tanti senza dubbio di livello eccelso. Questo per te risulta essere un limite o un’opportunità?
«Onestamente, per me è un opportunità di poter imparare dai migliori e sistemare i miei errori, riuscendo così a passare di livello ed evolvermi nei miei lavori, è uno stimolo a migliorare».

In ultimo, salutando i nostri amici lettori, cosa desideri dire al pubblico della Mankey News?
«Beh, innanzitutto desidero fare un grande saluto a voi, ringraziandovi per questa intervista ed opportunità di esporre il mio pensiero, ed al pubblico voglio lasciare questo messaggio, divertitevi sempre nel Cosplay, non struggetevi o litigate perché non ne vale la pena, è una passione condivisa da molti, pertanto rispettate tutti coloro che la portano con onore e non fatevi tentare mai dalla banalità e dall’esibizionismo. Detto ciò, credo di esser stato abbastanza esplicativo a riguardo e concludo con un grande saluto al pubblico».

 

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