Akarinta: quando uno sguardo, un'atmosfera distrugge gli schemi

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L’artista Chiara, in arte Akarinta Cosplay, una eccellenza tra i numerosissimi cosplayer che s’incimentano nella realizzazione di D.va da Overwatch, con il suo inconfondibile stile, intriso nelle sue altrettanto entusiasmanti doti naturali, sbarca su questo sito. Nonostante, sia Overwatch, nella sopecifica di D.va, è un genere ormai trito e ritrito, una vera e propria icona del Cosplay mondiale, il pubblico ha saputo apprezzare le prodezze di Chiara, andando in visibilio per questa sua performance artistica.

La cosplayer si presenta al pubblico del web, come una promulgatrice di opere atte ad elargire colpi di scena sorprendenti, espressioni, interpretazioni magistrali che mirano a far battere il cuore della critica e conseguentemente, generare benefici ai tanti fan. Ma D.va non è l’unica opera presentata da questo gioiello ferrarese, infatti, tra i tanti lavori degni di nota, non potevamo fare a meno di presentarvi Akali di League of Legends e la swimsuit di D.va, unesclusiva che ci riempie di gioia.

Coadiuvata da maestri della fotografia, PH del calibro di: Marcella Fava e Valli, la bellissima Chiara conquista tutto e tutti, mostrando ai tanti la sua miscela esplosiva di semplicità e fluidità, le devastanti frecce presenti nel fordero di questa maestosa cosplayer. Che altro dirvi, le parole risultano essere effimere quando dinnanzi abbiamo immagini di valore ben superiore, per tanto, vi invitiamo a “rifarvi gli occhi” ammirando l’essenza di questi capolavori.

Ciao Chiara, tutti noi della ‘’Mankey News’’ ti ringraziamo per averci concesso questa intervista. Parlaci della tua passione per il mondo del Cosplay, cos’è che ti ha spinto a creare il tuo primo personaggio?
«Questa passione è nata grazie al mio ragazzo, il quale mi ha fatto conoscere questo mondo fantastico parlandomi e facendomi guida al Lucca Comics nel lontano 2014! In quel Lucca Comics portai il mio primissimo cosplay, ovvero Sailor Moon dalla prima serie. Ho creato il mio primo personaggio e quindi primo cosplay per molti motivi: uno di questi era il più importante tra tutti, cioè vestire finalmente nei panni di chi ho sempre amato; poi c’è stata la voglia di mettersi in gioco, di divertirsi e di passare una giornata diversa dalle altre. Da quel giorno, non posso farne a meno».

Stando a quanto riportano le indiscrezioni, D.Va da Overwatch è una delle tue performance che più ha calcato le scene delle tue pagine social. Raccontaci un po’ la tua esprienza con questo Cosplay e il tuo rapporto con questo personaggio.
«Inizio subito col dirvi che non credevo che questo personaggio mi prendesse così tanto. È diventata importante nel giro di pochi mesi, quando mi è bastato poco per capire che la amo. Ho amato subito il gioco Overwatch e di lì anche D.VA, quindi ho comprato subito la sua tutina, che non è la classica che vedete adesso con tutti i rilievi e le armature da attaccarci, ma quella proprio zentai, come quelle di SpiderMan per esempio, quindi piatta. Sto pensando infatti di migliorare questo cosplay, ho già comprato una parrucca nuova e col tempo comprerò anche la tutina con i rilievi! Non posso dire infatti che sia un cosplay fatto da me perchè ho comprato tutto, non essendo esperta nel creare armi o armatura, ma posso dire che è uno dei miei cosplay preferiti! Sto progettando infatti anche una versione di D.VA, la B.VA che non vedo l’ora di completare».

Quest’anno è stato sicuramente molto prolifico per te in fatto di Cosplay, uno maggior esploit di quest’annata è racchiuso sicuramente nel Vicomics 2017, quali sono state le sensazioni e i sentimenti che hai provato all’interno di questa grande e importante fiera veneta?
«Andare al Vicomix per me è stata la prima volta e sono rimasta contenta! Ho sentito persone contrarie con la scelta dell’unirla alla fiera dell’elettronica, ma io comunque lo trovata piacevole e bella. Mi sono trovata bene».

Quali sono per te le qualità umane e tecniche che un cosplayer deve avere per essere tale?
«Sono solo 3 anni che faccio cosplay e ancora ho dei dubbi sul vero significato di cosplayer visti i nuovi cosplayer che escono ultimamente, però posso dire che basandomi su chi seguo e su come la penso io che un vero cosplayer è colui che riesce ad interpretare bene il personaggio che ama, che decide di essere quel giorno. Non importa se il cosplay è stato comprato, se è stato commissionato, se l’ha fatto lui stesso, penso sia molto più importante conoscere il personaggio e interpretarlo alla perfezione o quasi! Per me la cosa più importante rimane l’interpretazione, poi dopo una persona può essere bravissima nel creare armature, armi e tutto, ma se non conosci il personaggio e non lo interpreti bene o manchi di dettagli (anche se può capitare) insomma fai una brutta figura».

Quali sono i cosplayer che più ti ispirano e quali sono i volti noti che meno ti ispirano.
«Mi aspettavo questa domanda, perchè onestamente sono la prima io a dire di ispirarmi ad alcune cosplayer! Amo Giada Robin, trovo sia una bravissima cosplayer, lei è la prima che seguo più di tutte. Un’altra cosplayer che seguo dal Lucca Comics è Dani Foca, lei è fantastica, sforna cosplay bellissimi in poco tempo e con dettagli fatti alla perfezione! È una dea. Chi invece non mi ispira proprio per niente è Himorta, non la considero una cosplayer e dopo le voci che giravano ancora meno. A me sembra che lei voglia mostrare ben altro oltre al cosplay..».

Quando realizzi un Cosplay, segui delle strategie particolari per creare un lavoro veloce e curato nei dettagli? Oppure conta solo e unicamente il risultato?
«Conta il risultato, ma conta moltissimo anche fare bene i dettagli. Fare un cosplay veloce ti porta solo pessimi risultati. Io solitamente alcuni li compro se non ho tempo o se il cosplay è particolare, se invece mi organizzo e penso di farcela da sola ci provo volentieri. Come ho fatto con il cosplay di Hay Lin dalle W.i.t.c.h. , era in programma da Febbraio 2016, ma l’ho finito e completato solo 1 mese fa, ma sono contenta del risultato ottenuto e mi ha dato tante soddisfazioni! Sto facendo la stessa per Crimson Akali da League of Legends, è in progetto dal 2015, poi per vari cambiamenti l’ho rimandata e ora la sto riprendendo, ahaha prima o poi la finirò!».

Nella vita di un cosplayer esistono sempre delle persone: amici, familiari, fidanzati, capaci di fare accendere loro quella scintilla, quella vena realizzativa indispensabile per il prosieguo della carriera in questione. Tu ne hai una o più di una?
«Ho il mio ragazzo che mi sostiene e i miei genitori, soprattutto mio padre che ogni tanto mi aiuta con qualche
realizzazione per esempio di armi o armatura (quelle volte che mi ci sono messa), quindi mi sono molto di aiuto. Mi piacerebbe fare cosplay di coppia, ma penso ci vorrà molto tempo o forse è solo un sogno».

Il servizio delle Iene dedicato a questo gioco che induce al suicidio tra gli adolescenti: ‘’Blue Whale Challenge’’ è divenuto subito virale nel web. Questa verità schiacciante ha generato grande stupore e tristezza negli animi di chi ne è venuto a corrente. Da una parte: molti ci scherzano impunemente, altri stigmatizzano, altri ancora cercano di guardare dall’altra parte e c’è persino chi ritiene che sia uno dei tanti episodi gonfiati. Dall’altra parte c’è chi prova un senso di paura ed insicurezza, chi cerca di correre ai ripari monitorando la navigazione dei propri figli, chi non riesce in nessun modo ad informarsi sul problema e chi vorrebbe punire tutti questi assassini. Cara Chiara, in un quadro così drammatico e tortuoso, il mondo del Cosplay potrebbe avere un ruolo pedagogico importante al fine di donare a chi lo pratica la forza necessaria per tenere alla larga questi loschi personaggi e allo stesso tempo infondere sicurezza e calore a chi ne è rimasto moralmente scottato?
«Non ho visto il servizio delle Iene e per fortuna non sapevo di questo orribile “gioco”, perchè chiamarlo gioco è troppo, ma penso che si, possa essere importante il mondo dei Cosplay in questo caso! Trascurando i flame che partono da alcune persone che nella vita non hanno nulla da fare, trovo che il mondo del cosplay sia un mondo sicuro, divertente e bellissimo, non ha età e non ci sono pericoli, quindi sarebbe anche una bella passione da trasmettere da generazione in generazione».

Le fiere sono un qualcosa di meraviglioso se vissute a 360°, come può un cosplayer trarne il maggior godimento?
«Credo che per viversi a 360° una fiera basti semplicemente stare con le persone a cui teniamo, girare per gli stand, partecipare a qualche iniziativa, come i raduni che trovo siano stupendi e basta, stare con gli amici, penso sia importante. Poi ci sono cosplayer che si trovano in difficoltà nel dover sia girare per gli stand che stare con gli amici nei raduni, io non ho mai avuto questi problemi perchè so abbastanza dividere il tempo per tutto».

Oltre al tuo D.Va di OverWatch, hai avuto modo di realizzare tantissimi e bellissimi Cosplay, puoi parlarcene? Tra questi, inoltre, ce ne sono alcuni che ti hanno dato grandi soddisfazioni a livello interpretativo?
«Uno che mi ha dato molta soddisfazione è stato Akali classica da League of Legends, perchè mi sono dovuta cimentare per la prima volta su un’armatura, cercando su internet i tutorial e sperimentando sull’armatura stessa, passaggio dopo passaggio e ho capito come migliorarmi. Un altro cosplay che mi ha dato soddisfazioni è stato Hay Lin dalle W.i.t.c.h., come ho detto prima, perchè l’ho fatto tutto da sola, cucendolo con pazienza e sperimentando anche qua altri metodi di cucito. Alla fine, non c’è soddisfazione migliore nel creare i cosplay da sè, però ovviamente se non abbiamo tempo ci sono quelli commissionati o comprati».

Sia nel web che nei palcoscenici fieristici nazionali, i cosplayer più criticati (e spesso anche insultati) sono spesso quelli che mostrano di più le forme o quantomeno quelli più scoperti. Cosa ne pensi a riguardo, ritieni che sia siano i cosplayer che propongono questo genere di lavori a meritare questo trattamento oppure no?
«Vedo cosplayer farlo per lo più per quel motivo, svestirsi solo per mettersi in mostra e una l ho anche già citata sopra. Ad ogni modo, secondo me se il personaggio è particolarmente svestito non vedo il problema dell’interpretarlo in egual modo, ma se invece parliamo di personaggi come i Pokemon, dove alcune cosplayer per interpretarli mostrano parti del corpo non richieste nel personaggio… non so spiegarvi, a me questi generi di cosplay non piacciono. Le versioni Pool Party per Rimini forse, ne ho fatte 2 anch io per LolliPoppy e Goth Annie da League of Legends però sempre restando nei dettagli dei personaggi senza mostrare qualcosa di troppo. Onestamente, su questo argomento mi trovate molto contro questo tipo di cosplay. Puoi essere bellissima anche senza mostrare il corpo».

Osservando le tue performance artistiche, non possiamo fare a meno di notare un sorriso che illumina i nostri cuori, rendendoci magicamente dei tuoi fan. Quanto è importante per un cosplayer sorridere durante la sua interpretazione?
«Vi ringrazio infinitamente! Io ritengo sia molto importante! Trasmette semplicità e allegria, sicurezza e luminosità! Io sin da piccola sorrido, per me è normale, non mi sforzo di farlo, amo farlo! E nel cosplay ancor di più. Penso sia molto più bello sorridere interpretando al meglio un personaggio, se richiesto. Per esempio, in uno shooting ho dovuto fare la seria per interpretare Rinka Urushiba da Tokyo Esp perchè lei non sorride quasi mai, mi è stato difficile e ho anche notato che questo tipo di personaggi non fanno tanto per me, perchè io nelle foto e durante i cosplay, ma anche durante la mia normale vita, amo sorridere, per me è tutto!».

Hai qualche progetto in cantiere? E se sì, desideri anticiparci qualche cosa?
«Realmente, volevo abbandonare un po’ il mondo del cosplay, cercando di migliorare quelli attuali, senza farne di nuovi, però posso dirvi che ho un cosplay nel cassetto che vorrei fare, vi posso solo dire che riguarda un altro personaggio di Overwatch, un personaggio che ho pensato e deciso di voler fare in futuro proprio per il suo sorriso, per la sua vivacità e perchè mi ricorda un po’ me, dopotutto. Ma non voglio dirvi chi, perchè chi mi conosce avrà già capito, altrimenti sorpresa! ;)».

Quali sono i tuoi cosiddetti ”sogni nel cassetto”? C’è per l’appunto qualche lavoro che hai avuto modo di ammirare e che tanto desideri realizzare?
«Uno dei sogni che ho nel cassetto è poter migliorare la mia D.VA, perchè sento di non essere perfetta al 100% con quel cosplay. Un sogno nel cassetto è da sempre Star Guardian Lux, Raphtalia da The Rising of the Shield Hero (manga) e ora anche quello di cui vi ho parlato del mio progetto in cantiere che spero di riuscire a fare quando le finanze me lo permettono, ma sarà uno dei più costosi temo».

In ultimo, al fine di salutare lettori e avventori, cosa desideri dire al pubblico della ‘’Mankey News’’?
«Voglio dire di non mollare mai questo mondo, a meno che le finanze o altri motivi ve lo impediscono, non abbandonatelo! Perchè io grazie al cosplay ho conosciuto moltissime persone, davvero tante simpaticissime, bravissime e dolcissime e non parlo solo di ragazze, ma anche bravi ragazzi! Mi ha permesso di sbloccare di un po’ la mia timidezza, mi ha permesso di essere onesta con me stessa e gli altri, mi ha un po’ cambiata in meglio e penso non lo abbandonerò mai troppo, quindi se avete un sogno inseguitelo sempre! Ringrazio infinitamente i direttori della “Mankey News” per questa stupenda opportunità e invito tutti a seguirli per altre interviste di altri cosplayers!».

 

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