Turismo cosplay, un ‘tendenzone’ per un giro d’affari milionario: le cifre

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Arte si, certamente, ma anche mercato e capitalismo. Dovremmo esserci abituati già quando il mercato lanciò la controtendenza dei jeans. L’ideale per sfuggire alle regole del mercato, al consumo ed al Capitalismo. Assolutamente no, sappiamo com’è andata. Il jeans è diventato tendenza, ora ne esistono di costosissimi. Il mercato si adatta in base alla gente, ai gusti ed alla mentalità. Poteva mai sfuggire un fenomeno tanto ampio come quello dei cosplayer alla grande mano invisibile? La risposta è retorica.

In Italia ad oggi, secondo le stime riportate dall’Ansa a maggio scorso, ci sarebbero circa 1 milione 357 mila appassionati. Le città sono state invase, prese d’assalto dal fenomeno che coinvolge oggi le principali città italiane. Tutte in fiera: Romics a Roma, Napoli Comic-con, Torino Comics, B-geek di Bari e Lucca Comics ma anche altri appuntamenti a Cagliari, Bari, Genova, Rovigo, Palermo e tante altre. impressionante è sicuramente guardare un dato: un giro d’affari che i media stimano intorno ad 147 milioni di euro l’anno e che garantisce un vero e proprio turismo di settore.

Insomma a far girare l’economia sono i vestiti. Anche i fatti in casa dal momento che vengono creati attraverso materiali vendibili sul mercato. Vestiario a parte alle fiere regna sovrana l’evasione fiscale. Altro giro d’affari parallelo e non a caso quest’anno al Lucca Comics i finanzieri hanno fatto vedere la propria massiccia presenza sul territorio. Nessuno sfugge alle leggi del mercato: commercio, evasione e trend. Un vero e proprio investimento che viene ripagato.

“In forte maggioranza di sesso femminile (83,3%) e con 24 anni e 8 mesi di età media, i cosplayer italiani – dice Massimo Feruzzi, amministratore unico di JFC e responsabile della ricerca all’Ansa – sono in prevalenza residenti in Lombardia. Cosplayer che partecipano in media a 4,7 eventi all’anno e che spendono circa 113 euro per realizzare il loro costume, ma che in alcuni casi sostengono una spesa anche superiore ai 600 euro per il singolo travestimento”.

Tendenzone, come direbbe Crozza negli abiti di Rampini. Non è l’unico fenomeno da analizzare, perché nello sfruttamento rientrano anche le nuove forme di moda “svestita”. Un mercato a parte che ha reso famose tantissime cosplayer, che oggi lavorano sfruttando la propria immagine fotogenica (e sicuramente sexy). Quest’approfondimento merita una sessione a parte di cui tratterò la settimana prossima.

 

 

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