Cosplay: tra ironie e successi, ecco a voi la “Fiera dell’Asparago”

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Ogni paese ha le sue tradizioni e la sua storia, Arcole non fa eccezione, comune veronese di 6300 abitanti circa, noto per il primo scontro della Campagna d’Italia di Napoleone, con la vittoria dei francesi contro gli austriaci.
Un comune ricco di storia dunque, ma anche di prodotti tipici molto apprezzati per le loro particolari caratteristiche, tra i più rinomati vi è l’asparago bianco, con punta azzurro violacea, tipico della zona,ed è proprio per esaltarne tali qualità che in primavera, da oltre cinquant’anni, si tiene una fiera in suo onore.
Dalla pubblicazione della locandina dell’evento, l’ironia sui social si è diffusa rapidamente, il tutto dovuto ad un’idea brillante degli organizzatori: inserire nella fiera una sfilata cosplay. La condivisione dell’evento è stata virale, mai era successo che una fiera culinaria accogliesse l’idea di inserire l’aspetto cosplay nei propri spazi,portando ad un clima di ironia, stupore e curiosità tra i più che praticano questo hobby.
I commenti social si incentrano sulla possibile relazione tra due ambiti così distanti e apparentemente in contrapposizione, inoltre il cosplay è vissuto come un hobby da praticare in luoghi circoscritti e appositi, costruiti ad hoc per l’occasione. Dunque come si può giustificare una tale scelta?
La risposta è molto semplice: socializzare e far conoscere un nuovo hobby sempre più diffuso.
Il cosplay è praticato dai cosplayers, conosciuto dai cosplayers, amato dai cosplayers, criticato da chi non è cosplayers, punto. La realtà è questa, paradossalmente si sono creati due mondi ideologici, specialmente nel panorama italico, il mondo cosplay e il resto delle persone (o “quelli normali”, tipo babbani e maghi), dove chi si ‘traveste’ è visto come uno strano, un adulto mai cresciuto.
Chi prova a spiegare la propria passione ad una persona ignorante in materia ha avuto come prima risposta la tipica frase “ah, quindi fammi capire, ti vesti da cartone animato e giri tutto il giorno per una fiera facendo finta di essere quel personaggio? Ma stai bene? E i tuoi non ti dicono nulla? Ma non hai altro da fare? non ti VERGOGNI?”. Perché si, se si pratica il calcio si è normali, se si cosplay si è “strani” o addirittura motivo di vergogna.
Ecco dunque dove risiede la ragione di questa semplice scelta: far conoscere il cosplay, dimostrare che non è una carnevalata ma anzi, un piacevole hobby tanto bello quanto divertente, che richiede tempo e abilità. E se si pensa che è stato inserito a caso come l’ananas sulla pizza, ci si sbaglia. Originariamente nelle fiere del fumetto non era contemplato il cosplay o il gaming, sono stati inseriti successivamente con non poca semplicità e critiche dai puristi di tali eventi.
Il segreto per poter combinare diverse passioni sta nel valorizzarle tutte allo stesso modo, senza ridicolizzarle, ed è questo quello che ci spiega il Sindaco di Arcole, il Signor Ceretta Alessandro, classe 1980, che ha risposto gentilmente alle nostre domande, ve le riportiamo per intero.

INTERVISTA

In questi giorni, nei canali social dedicati al mondo cosplay, ha avuto una gran risonanza e impatto la locandina del suo evento. La notizia è stata condivisa da un centinaio di persone con delle discussioni sul tema, tra ironia, approvazione e disapprovazione, partiamo dunque dall’inizio, la fiera da quanto tempo è nata?
«La Fiera dell’Asparago di Arcole è giunta alla 57° edizione, si tratta di un prodotto rinomato che si coltiva nella nostra terra da almeno 500 anni come testimonia anche un libro dulle bellezze di Verona».

Come mai avete deciso di inserire una sfilata e gara cosplay in un contesto non prettamente legato al mondo comics ma al mondo culinario. 
«Quella del cosplay è una passione che coinvolge alcuni miei cittadini e pertanto, spinto dalla curiosità, ho cominciato ad informarmi e l’ho trovato molto interessante tanto da volerlo proporre come evento parallelo alla Fiera dell’Asparago. Lo studio del personaggio, l’attenzione ai particolari e la capacità di creare con le proprie mani abiti e oggetti mi ha affascinato. L’intento è stato quello di far conoscere questo mondo alle famiglie e far capire come funziona un contest. Credo che ci siamo riusciti vista la soddisfazione e l’entusiasmo di tutti i partecipanti».

È stata una scelta anche social mediatica?
«Quella sinceramente è arrivata del tutto inaspettata e mi ha sorpreso. La fiera ha fatto conoscere questa passione che coinvolge migliaia di persone senza banalizzarla e tantomeno ridicolizzarla. C’è stato anche che mi ha scritto in privato per esprimermi sostegno e l’ho apprezzato. Mi dispiace che qualcuno abbia frainteso lo scopo dell’evento».

Che affluenza e feedback avete avuto in merito alla fiera stessa con la gara cosplay?
«Le presenze sono state in linea con gli altri anni ma ho visto un pubblico interessato».

Che tipo di cosplay sono stati portati.
«C’erano gruppi e singoli sia da film che da videogiochi».

Che premi sono stati assegnati e che cosplay hanno vinto. 
«Non abbiamo fatto una vera gara ma presentato esempi di categorie e gruppi, personaggi maschili e personaggi femminili. E’ stato spiegato al pubblico come funziona un contest e il lavoro che c’è dietro la presentazione di un personaggio. Alla fine abbiamo dato una targa ricordo e un mazzo di asparagi bianchi e verdi anche per scherzare sulla polemica nata sui social».

Che impatto ha avuto il cosplay sulle persone presenti, bambini e principalmente adulti che normalmente ci vedono come eterni Peter Pan.
«Ho visto persone molto interessate che facevano domande ed erano incuriosite. I bambini erano attratti dagli orchi e dai personaggi di Harry Potter, gli uomini osservavano il grande drago animato che dominava la piazza e le donne invece si facevano foto con Jack Sparrow o Mary Poppins. Nella nostra zone il cosplay non era molto conosciuto ora lo è sicuramente di più».

Avete intenzione di ripetere l’esperienza? Perché no?
«Chi c’era l’ho visto entusiasta e anch’io la giudico un’esperienza positiva. Si potrebbe anche pensare ad un evento dedicato a questo mondo ora che lo abbiamo presentato».

Si può dire che il cosplay sta divenendo una realtà tangibile ed apprezzata non solo più entro i confini delle fiere apposite?
«Credo che chi ha una passione abbia voglia di condividerla il più possibile e farla conoscere. Se organizzato nella giusta maniera penso che non ci sia nulla di male nell’aprirsi agli eventi di piazza ma senza banalizzare questo mondo che ha comunque le sue regole».

Cosa vuol dire ai cosplayers che hanno preso con ilarità la vostra iniziativa?
«Che avrei voluto la loro presenza perché si rendessero conto con quanto rispetto abbiamo fatto conoscere il cosplay e che, se le cose vengono fatte nella giusta maniera, tutti apprezzano e si divertono».

E ai cosplayers che invece hanno trovato geniale e fruttifera l’idea?
«Li ringrazio per aver colto lo spirito di questa iniziativa e per averci dato fiducia».

Crede che anche altre fiere ed eventi possano mischiare con successo il cosplay ad altro?
«Dipende da come viene organizzato il tutto. Il cosplay è stato un evento nell’evento, aveva una sua area ben definita ed è stato spiegato al pubblico che l’ha apprezzato. Non può essere relegato ad attrazione da piazza, è un mondo fatto da appassionati e veri propri artisti che vanno rispettati e valorizzati per tutto il lavoro che c’è dietro».

Può definire un successo la vostra iniziativa?
«Sicuramente si per il bel clima che si è creato».

Cosa avete allestito a tema cosplay, ho visto delle foto molto belle di un drago, o sbaglio?
«Si, abbiamo creato 4 situazioni diverse a cui si sono aggiunti cosplayers indipendenti. Il drago animato (fatto con materiale di recupero) dominava la piazza con i suoi 8 metri creando un effetto scenico importante. Anche gli orchi sono stati molto apprezzati, si è potuto vedere dal vivo la preparazione del trucco. Davvero interessante».

Per la giuria come vi siete regolati, e che parametri avete usato per decretare i vincitori?
«La sfilata e il contest sono stati solo simbolici al fine di spiegare al pubblico il meccanismo e presentare tutti i personaggi presenti».

Qualcuno di voi aveva esperienza in ambito cosplay? Se si quali?
«Mi sono rivolto a 2 amici che fanno parte del mondo cosplay per aiutarmi l’organizzazione. Direi che hanno fatto un buon lavoro».

Con questa intervista si fa luce sulle perplessità che si erano create, data l’unicità della situazione che non aveva precedenti, ma ha anche dimostrato come il mondo evolve e il fenomeno cosplay interessa sempre di più e, probabilmente, presto ci saranno dei nuovi cosplayers anche dal comune di Arcole.
Queste sono le iniziative che piacciono e che valorizzano un hobby visto ancora con sospetto.
Si ringrazia il Sindaco di Arcole, il Signor Alessandro Ceretta per la sua gentile disponibilità, il Comune e i partecipanti tutti per aver accolto con gentilezza, garbo e positività i rappresentanti cosplay lì presenti.

 

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