La scelta di un personaggio rispetto ad un altro è da sempre “il tarlo” per i cosplayers nazionali ed internazionali, quando si realizza un lavoro, al varco ci aspetta sempre la solita polemica riguardanti i lavori dedicato al rigurgito verso i personaggi più in voga: da Jack Sparrow sino a giungere alla bellissima Harley Quinn.
Tuttavia, Cosplay significa giocare con i costumi ed interpretare, chi si allontana da questi semplici dogmi va inevitabilmente in contro a contraddizioni concettuali che generano inevitabilmente gli evidenti cortocircuiti culturali che vediamo quotidianamente sui social.
La capacità, dunque, di creare o ricreare un costume, l’interpretazione e la fisicità, sono sempre fonte di un dibattito che spesso genera episodi spiacevoli. In molti ci siamo chiesti quale sia l’elemento che possa mettere la parola fine a tutto questo e la risposta di fatto non c’è, esistono però approcci diversi – spesso snobbati – che risultano essere molto efficaci non come repellente, bensì come precauzione.
Tra questi approcci abbiamo il classico “diario di bordo”, un elemento molto in voga in quel web pre-social che, senza se e senza ma, prevede un aggiornamento costante delle proprie attività – spesso anche con contenuti relativamente brevi – generando commenti ed utenti attraverso i topic.
Questo avveniva con una frequenza sbalorditiva attraverso: siti, forum e blog, tra questi non possiamo fare a meno di citare l’enorme lavoro che vi è dietro al sotto-dominio della bellissima, Victoria Avalor che, con la pazienza di una tartaruga, parla dei rumors e delle esperienze dedicate alla sua vita da cosplayer, oltre ad argomenti generici vicini comunque al settore.
Le “news board” oppure i “flash blog” è paragonabile strumenti come “Out!” o le candele alla citronella per le zanzare in quanto, oltre che alleggerire consistentemente questa estrema e negativa emotività che vi è nei social, tende comunque a creare un’equilibrio fra qualità delle condivisioni ed istantaneità dei commenti.
Il Cosplay nel web non può essere trattato come se fosse un risultato calcistico da discutere al bar, questo perché si svalorizzano le opere (persino quelle che non piacciono) e si sgretola la comunicazione che generalmente avviene fra artista ed estimatore.
Il cosplayer, indipendentemente dal luogo in cui vive e dalle fiere che frequenta, non ritiene che sia indispensabile l’apprezzamento dei propri lavori, bensì quel che desidera è un’analisi accurata e dettagliata dei contenuti mostrati ai suoi contatti.
Dire “wow, questo Cosplay è bellissimo” fa senza dubbio piacere, ma dopo un po’ risulta sterile se non è associato a qualche riga che – soggettivamente o oggettivamente – motivi questa approvazione. È per questo che vi consiglio di dare un’occhiata ai contenuti di Victoria e a farvi un’idea sul suo modo di approcciare con i propri fan molto “old school” ed efficace.