Fotografia digitale, l’autonomia può giovare ai cosplayers

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Non c’è neanche bisogno di accennarlo, la fotografia è lo strumento di comunicazione visiva più importante al mondo, esso influenza – diretta o indirettamente – la vita di milioni di persone che, consapevolmente o inconsapevolmente, girano attorno ad essa come un pianeta che orbita attorno ad un sole.

Suvvia, siamo sinceri, nell’era dei social chi non ha mai scattato una foto? Credo che, in questo secolo, tutti siamo stati contagiati dalla “mania” del selfie selvaggio o del cosiddetto “selfie accident”, ovvero quello scatto eseguito per sbaglio o in casi estremi inviato a persone sbagliate.

Nella specifica, l’enorme diffusione della fotografia digitale si abbatte come una travolgente ondata sul mondo, tra fotocamere reflex e dispositivi mobili, infatti, le cifre raccontate da Tomany dove include nel mercato la vendita di 200 milioni di apparecchiature (di tipo reflex) vendute in questi anni.

Sono queste le premesse che si muovono attorno al mondo del Cosplay, già pieno zeppo di esperti PH e fotoamatori dediti a rubare il cosiddetto “scatto perfetto”. Tuttavia, molti cosplayer – oltre che sfruttare la mano degli esperti – mirano ad autogestirsi investendo su prodotti di qualità o sbizzarrendosi in shooting da manuale.

In alcuni miei viaggi dedicati al Cosplay, mi è capitato di assistere a gruppi di ragazze che utilizzavano Nikon o Kanon anche costose, per realizzare i loro giochi visivi e per rendere la loro esperienza fieristica un momento di condivisione e socializzazione. Che dire, io amo questi approcci generatori di idee che fanno terra bruciata attorno ai meandri di monotonia e staticità spesso indotti da realtà omologate o costeggiate da individui troppo inquadrati.

I cosplayers sono speciali perché s’innamorano delle sensazioni (a me piace presentarvi spesso la similitudine dello chef al mercato e credo che sia azzeccata) un po’ come uno chef che ricerca in un mercato rionale un’esperienza visiva e olfattiva oltre che un prodotto di qualità.

Ed è questa la carta vincente che collega in un certo senso la fotografia digitale con il cosplayers, l’esperienza di una Harley o di un Hisoka presente in una fiera nazionale, diventa così tridimensionale, il Cosplay non viene più visto come un: realizzo materiali, indosso accessori e faccio la performance, ma anche scambiarsi degli scatti audaci che s’intrecciano la propria idea di set. E voi cosa ne pensate?

 

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