Valentina, l’etereo Froslass tra verde e neve

Spread the love

Un set che lascia senza fiato, scenografico oltre ogni dire anche grazie alla splendida location che lo ha ospitato; certamente Giorgio Perziano ha dato un grande lustro a un Cosplay nella cornice del parco di Monza.

Froslass, in questa versione umana e un poco rivisitata dalla bravissima cosplayer, diventa protagonista di questa performance, rievocando il personaggio e i suoi incredibili poteri, all’interno dell’opera “Pokémon“.

LO SPETTRO DI GHIACCIO

Due sono le connotazioni con le quali questa creatura è conosciuta, quella di essere spettro e di influire sul ghiaccio; ed eterea appare proprio la cosplayer, immersa in questo spostamento di fiocchi di neve.

Lei è Valentina Fraschini, milanese dal grande talento che ha messo tutta sé stessa in questa esibizione, ricreando una versione umanizzata di Froslass dalla grande leggiadria ed eleganza, apparizione quasi divina in mezzo al verde.

Parlaci del tuo Gijinka dedicato al pokémon Froslass e delle sensazioni che hai provato indossando i suoi panni.
« Froslass l’ho sempre amato come Pokémon anche perché ho avuto la sensazione che nonostante, secondo me, sia stata un’evoluzione importante non da tutti veniva preso in considerazione e poi la storia che c’è dietro alla creazione di questo personaggio, che si basa su una leggenda di una donna fantasma giapponese, mi è sempre piaciuta. Per cui ho deciso di prepararmi costruirmi il costume di questo Pokémon per rendergli omaggio anche perché nella serie animata c’è un episodio in particolare che lo mostra mentre protegge i suoi piccoli rispetto ad altri Pokémon di tipo ghiaccio; inoltre mostra un il lato sensuale ma anche macabro. Avevo sempre desiderato provare a farmi da sola un abito che avesse un Kimono e indossarlo a mo’ di geisha. Quindi ho unito le due cose.
Quando indosso il costume di froslass provo sensazioni contrastanti: da una parte sono contenta di vestire i panni di un Pokémon molto particolare è anche bello, dall’altra sono un po’ triste e rammaricata perché non tutti lo conoscono purtroppo, tant’è che molte volte in fiera e anche al di fuori per esempio da miei amici che sono fotografi eccetera vedendomi vestita con il kimono non pensano che io stia interpretando Froslass ma semplicemente una geisha o comunque un qualcosa che richiami il Giappone; quindi l’ignoranza da parte delle delle persone che non conoscono il mondo Pokémon un pochettino mi fa dispiacere. A dispetto di quando ne porto altri come per esempio Espeon, con quello mi riconoscono subito.
Tra l’altro, poi, questo Cosplay ha subito una modifica nel corso del tempo perché la mia prima versione beta prevedeva anche un cappello, cappuccio che avevo fatto con della stoffa e della gommapiuma per richiamare la protuberanza che c’è dietro la testa del Pokémon, per essere quanto più fedele possibile; invece adesso ho voluto portare la versione diciamo così un po’ più femminile adottando anziché il cappuccio portato nella prima versione, la parrucca Viola con delle protuberanze di ghiaccio messe in testa perché mi sono resa conto che la prima volta che ho portato la versione beta al Cartoomics la gente un pochettino rimaneva spiazzata; e se anche erano interessati a farsi le foto con me, vedevo che erano titubanti perché non capivano chi o cosa fossi. Soltanto una ragazza è arrivata chiedendomi se per caso fossi Froslass e mi ha fatto i complimenti perché ero uguale ».

Parlaci della tua passione per il mondo del Cosplay e di come ti sei avvicinata al settore.
« A me mè sempre piaciuto travestirmi e interpretare qualcun altro o un’altro ruolo che non fosse la solita Valentina di tutti i giorni; poi avendo fatto danza classica quando c’era da mettersi il costume per il saggio truccarsi interpretare o la principessa o la ballerina orientale ero contentissima. Sin da piccolina sono stata amante di tante serie animate una tra tutti Sailor Moon: quando giocavo con le mie amiche alle elementari uno dei nostri giochi preferiti appunto era imitare Sailor Moon e questa passione non si è mai affievolita anzi l’ho potuta coltivare. La prima volta che mi sono avvicinata al mondo Cosplay è stato quasi per scherzo perché con delle mie amiche di università si era proposto di andare a vedere il Cartoomics e siccome sapevo che loro si mettevano in costume, allora anch’io ho pensato all’ultimo di volermi mettere indosso qualcosa che richiamasse il mio Pokémon preferito: Espeon. Ed ho fatto una roba che adesso reputerei oscena perché non avendo tempo materiale per preparare un costume come si deve ne ho preso uno vecchio da danza al quale ho abbinato delle scarpe viola che avevo con me in casa e andando a prendere della carta regalo su un cerchietto ho applicato una sorta di Faraglioni che a cui ho dato una forma di orecchie di Espeon e con quella sono andata alla fiera. Poi negli anni successivi mi sono detta perché non provare a portare delle versioni di costumi ispirate il Pokémon un po’ più elaborato un po’ più complesse ed è così che poi nel corso degli anni sono venuti fuori Glasion che è ancora in fase di rielaborazione perché quella che ho al momento è la versione estiva e mi piacerebbe fare anche la versione invernale. Sono venuti fuori anche Froslass Espeon, ispirata a una costumer, e tanti altri che sono in fase di elaborazione. Nella comunità, tra chi mi conosce, sa che io mi reputo cosplayer dei Pokémon nel senso che la maggior parte dei costumi che porto sono a tema Pokémon. Io adoro i Pokémon e ci gioco sin da quando è uscito il primo videogioco nel 96 e tutt’oggi ho quasi tutti i titoli che sono usciti in commercio qua in Italia; mi piacciono anche in quanto sono studiosa di biologia e scienze naturalistiche, così conoscendo tutte le varie teorie dell’evoluzione e adattamento al proprio territorio, mi piace pensare che i Pokémon siano una sorta di estremizzazione di queste teorie che ho studiato e su cui ho fantasticato. In ultimo vorrei dire che tutt’oggi il mondo del Cosplay non è preso ancora interamente seriamente. Mi dispiace abbastanza quando vedo che ci sono parecchie persone esterne che quando ne parliamo non mi prendono sul serio dicendo che si tratta di una carnevalata, del fatto che devo crescere e pensare alle cose serie e che non ho niente da fare dato che perdo tempo a prepararmi i costumi. Quando sento fare questi discorsi qua mi arrabbio perché non è vero che chi fa Cosplay non è una persona seria; certo chi lo fa sono, magari, ragazzi del liceo che al di fuori degli impegni scolastici hanno un po’ di tempo da dedicarci… Però non è assolutamente vero che sono soltanto i ragazzini; conosco tanta gente anche più, consentimi la parola, anziana di me che fa Cosplay da molto più tempo lo porta avanti con orgoglio. Perché se per le persone normali fare Cosplay è soltanto una perdita di tempo eccetera in realtà non sanno quanto lavoro ci sia dietro, notti insonni perché di giorno si va a lavorare per guadagnare i soldi e soprattutto anche ricerca ed interpretazione del personaggio… Perché se vado a fare una Heidi, che nel cartone animato è una bimba tenera carina con le guanciotte paffute, e poi in fiera vado lì mezza scosciata e mi comporto tipo Jessica Rabbit non va bene, ci deve essere anche una ricerca per interpretare al meglio il proprio personaggio o si rischierebbe di fare la figura di quelle che, altri, hanno definito indossatrici di costumi ».

FOTO

 

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *