I rivoluzionari e il Cosplay, quali sono i legami che uniscono queste due realtà? Scopriamoli insieme

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I rivoluzionari e il Cosplay, si tratta di un binomio possibile? Da Joker a V per Vendetta, per poi passare al volto di Salvador Dalì, esiste un legame tra i volti della rivoluzione e il nostro settore? Beh si tratta di una domanda che richiede una risposta molto profonda, perché – nella maggior parte dei casi – le rivoluzioni portano a conflitti in grado di generare non poche morti, mentre il Cosplay è una vivida espressione di vita in tutte le sue forme.

Tuttavia, spesso il Cosplay (grazie alla sua forte capacità di aggregare famiglie, giovani e appassionati di ogni genere) è in grado di mettere sotto i riflettori qualsivoglia immagine che viene spontaneamente apprezzata, sia nei palcoscenici fieristici che all’interno del web. Secondo questi parametri, dunque, non appare tanto strano che tutti i moderni volti della rivoluzione hanno dei simboli o delle immagini che sono divenuti importanti nella cultura moderna anche grazie al nostro settore.

È emblematica la scena di una strana giornata dello scorso anno, dove – a fronte della diffusione da parte del Centro de Periodismo Investigativo di centinaia di chat private su Telegram, in cui il governatore Ricardo Rosselló ironizzava sul devastante uragano Maria del 2017 e faceva commenti misogini e omofobi (uno di questi rivolto proprio a Ricky Martin) – il cantante troneggia su quel tir alla testa di un corteo davvero immenso, si parla di circa un milione di persone, in mezzo alla folla, inoltre, ci sono quattro manifestanti in posa davanti agli obiettivi dei cellulari e delle macchine fotografiche con indosso una tuta rossa, e indossano una maschera di Salvador Dalì. Una di loro regge un cartello su cui è scritto in maiuscolo: “somos la puta resistencia”.

Il quel frangente si fa proprio riferimento all’opera “La Casa di Papel”, uno dei Cosplay più frequenti all’interno dei palcoscenici fieristici internazionali, la sua notorietà sul campo delle cosiddette “maschere globali” è dovuta anche grazie al massiccio lavoro di prosumer dei cosplayers.

Un tempo, invece, il Movimento 5 Stelle è stato uno dei più grandi diffusori dell’immagine “V per vendetta” presente in maniera massiccia e nel suo momento di spicco mondo del Cosplay ai suoi albori, come in altri casi, il successo del film è stato determinante e quel messaggio ha avuto due fronti, quello del costume e quello politico.

Grazie al Cosplay vivono sì i personaggi leggendari, come Salvador Dalì e quelli di animazione, come Joker e Harley Quinn della DC, ma siamo dinnanzi da un fiume che – durante il suo progressivo scorrere – genera una moltitudine di affluenti, che spesso procedono in rami come quello dei movimenti di piazza o le proteste popolari.

Anche il volto Joker, infatti, ha avuto un ruolo nelle proteste anti-governative, ancora prima che uscisse al cinema, attorno a “Joker di Todd Phillips” era montata un’incontrollabile ondata di panico morale.

Tenendo conto unicamente del trailer, una moltitudine di articoli s’interrogarono sulla questione morale, la pellicola con Joaquin Phoenix, si diceva, era una sorta di manuale d’addestramento per incel – acronimo che designa i cosiddetti involuntary celibate, una sottocultura online misogina e violenta che si è resa responsabile di alcune stragi negli Stati Uniti e in Canada – tuttavia, queste testimonianze sono risultate del tutto infondate e le persone hanno avuto modo di vedere in sala un prodotto di qualità con scene crude inserite con intelligenza e senza eccedere.

Nonostante l’aspra critica del celebre regista Martin Scorzese, il mondo del Cosplay e altri settori hanno offerto un ampio spazio a questa versione del Joker estremamente affascinante, una sublime origin story dell’antagonista di Batman.

La compagna Harley Quinn, invece, ha trovato poco spazio in altri settori al di fuori del Cosplay e del cult cinematografico, riuscendo, dunque, a divenire il volto iconico della pop-art.

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