Alessandra, il ruggito di una leonessa

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Il Cosplay apre la porta a nuovissimi intriganti orizzonti, alcuni sono cotellati da nuvole dalle svariate e interessanti forme, altri, invece, si sfumano addirittura col cielo stesso. Tuttavia, non ci sono metafore che possono essere in grado di descrivere ciò che (attraverso l’arte) rappreseta l’incarnazione vivente di questo straordinario settore.

È logco che non stiamo parlando di un cosplayer qualsiasi, ma di una donzella dalle forme e le capacità di altri tempi che, a suon di semplicità e duro lavoro, ha permesso ai pregiudizi, alle negatività e alla superficialità, di gettare definitivamente la spugna.

L’incantevole e coinvolgente Alessandra Raven, stordisce tutti i suoi ammiratori con le sue curve mozzafiato, eppure, nonostante ciò, presenta al suo pubblico delle performance artistiche esaltanti, che sono frutto di altrettanto lodevoli capacità interpretative e artigianali.

Figlia dell’ambito teatrale, questa irriducibile leonessa messinese ci fa sognare, rappresentando al pubblico dei social e quello fieristico, l’importanza del sacrificio, la necessità di tenere sempre accesa e viva la genuina fiamma dei sogni.

Un attento osservatore di Cosplay, Antonio Bassano (nonché il fondatore della “MankeyNews”) si pronuncia riguardo questo talento purissimo profetizzandole «un futuro costellato di successi» e come dargli torto del resto? Quando un cosplayer detiene fascino, eleganza e una bellezza naturale, sembra quasi impossibile che possa manifestare anche grinta, determinazione, volontà e passione. Eppure lei, coadiuvata dalle sublimi tecniche fotografiche dei seguenti PH come (Thilgon Erethil, Francesco Pellegrino, Francesco Sinatra, Marco Chiti, Vincenzo Laurendi, Dazo Molino, Antonello Diano, Lydon Chris, Claudio Junior Bielli, Davide Miccolis, Mika Ruottinen, Larissa M., Mei Chan, Ana Duque, Vincenzo Di Virgilito, Daniele Pomposiello, Emma Genovese, Daniele Cosenza, Giuseppe Di Pietro) è la testimonianza vivente che, tutte queste capacità, tutti questi pregi, possono essere racchiusi in una sola ed unica artista. Godetevi l’intervista concessaci al termine di alcune sue performance in una nota fiera messinese.


Ciao Alessandra e grazie per averci concesso questa intervista ^o^. Parlaci un po’ di te e della tua carriera da Cosplayer, cos’è che ti ha spinto a far parte di questo fantastico mondo?
«Ciao, e grazie a voi! Ad essere sinceri, la voglia di iniziare a fare cosplay l’ho sentita qualche annetto prima di quando ho poi effettivamente iniziato. Sono sempre stata molto creativa, e trovo che il cosplay offra molti modi per mettersi in gioco. Intorno ai sedici anni ho cominciato a percepire il “richiamo nerd”, ma una serie di fattori mi hanno indotta a rinunciare. Paura e poca fiducia in me stessa sono stati i motivi principali che ogni anno mi portavano a rimandare “all’anno prossimo” il mio ingresso nel mondo dei comics.
Nel 2014 però, non ho più potuto resistere, e ho deciso di vestire i panni di un personaggio inventato da me, e su cui ho da poco finito di scrivere una sceneggiatura».

Qual è il percorso che precede la realizzazione di un tuo Cosplay?
«Tutto parte sempre dal mio innamoramento. C’è sempre qualcosa che mi spinge a percepire una affinità tra me e il personaggio, arrivo a notare dei parallelismi tra il suo modo di fare e il mio, o noto dei tratti caratteristici in comune tra i nostri vissuti. Successivamente inizia lo studio del costume, la scelta dei materiali per ricreare l’effetto più simile possibile, e si comincia con il lavoro!».

Nello specifico, qual è il Cosplay da te realizzato che, quando lo indossi, ti sembra una “seconda pelle”?
«Non so rispondere a questa domanda…! Sono legata a tutti i miei cosplay, quando vesto i loro panni in fiera, mi sento sempre appartenente al mondo da cui il mio personaggio proviene!».

Qual è l’esperienza che ami di più: il photoshooting, un lavoro con un PH oppure una performance all’interno di una fiera?
«E perché non la realizzazione dell’abito? Ahahhahaah! Ogni fase ha la sua importanza… Devo ammettere che, da teatrante, adoro salire sul palco e concedere al pubblico la mia interpretazione del personaggio.
Ultimamente sto trascorrendo un po’ di tempo in più davanti all’obbiettivo di qualche fotografo, e anche questa si è rivelata una attività che mi piace, superato il grande imbarazzo delle prime volte».

Secondo la tua opinione, il cosplayer sente il bisogno di essere tutelato all’interno dei social?
«Beh penso che chiunque, non solo i cosplayer, abbia bisogno di tutela sul web. Dobbiamo anche noi essere bravi e capire come muoverci!».

Attualmente, quanti fan hai e quanti farebbero a pugni per poterti ammirare dal vivo?
«Non so se chiamarli addirittura “fan”… Ho aperto una pagina a metà settembre, e oggi abbiamo quasi raggiunto i 1000 mi piace. Sono anche seguita su instagram da più di 1500 persone, e recentemente sono stata chiamata come Page-Model per Starsofcosplay (sempre su instagram). Eppure il termine “fan” mi sembra eccessivo, sono una performer/cosplayer come tanti altri, e non credo che qualcuno farebbe mai a pugni per vedermi dal vivo!».

Stando a quanto riportano le indiscrezioni, Betty Boop è uno dei personaggi che più ha colpito il mondo del web e quello reale, per tanto, puoi ritenere questo tuo Cosplay un successo senza precedenti?
«No, direi di no… Anzi, Betty è uno dei miei cosplay più semplici!
A livello cosplay ho affrontato fatiche decisamente peggiori…! Forse Betty ha riscosso successo perché ho associato alcune delle foto che mi ritraggono in quelle vesti, ad una mia personale “battaglia” sulla consapevolezza corporea e sull’accettazione di sé stessi… Non saprei!».

Qual è l’aspetto del mondo dei Cosplay a cui non rinunceresti per nulla al mondo?
«Il Cosplay stesso… La creatività. La possibilità di spaziare in tanti campi artistici! Il cosplay ti permette di cimentarti in sartoria, disegno, makeup, scenografia, interpretazione… Chi più ne ha più ne metta, insomma!».

In un futuro ipotetico, come credi possa proseguire la tua carriera da qui ai prossimi 5anni?
«E chi lo sa! Cinque anni fa non avrei mai immaginato di essere la persona che sono oggi, perché tutte le nostre azioni si riflettono sulla nostra vita senza darci neanche modo di accorgercene… Di certo però posso sperare di continuare il percorso che ho intrapreso. Spero di continuare a tenere concerti alle fiere, di continuare a realizzare oggetti e costumi, ma soprattutto spero di evolvermi al meglio anche a livello teatrale!».

Sappiamo che, oltre ad essere una preparata Cosplayer, stai intraprendendo un percorso teatrale, per tanto, queste due esperienze, vanno di pari passo tra loro? Ci sono delle affinità fra queste due arti, che risultano essere propedeutiche per il miglioramento delle stesse?
«Col teatro ho iniziato molto prima rispetto al cosplay… Le affinità ci sono, perché il cosplayer, così come l’attore, dovrebbe essere convincente nella sua interpretazione. Vedendola dall’interno, posso dire che sì, le due discipline possono completarsi a vicenda!».

Comunemente, il mondo del teatro è duro, ricco di sacrifici e costellato da ostacoli che (per alcuni) possono risultare insormontabili; es: la società, la continuità, lo studio, la recitazione, il lavoro sui costumi. In merito a ciò, il mondo dei Cosplay, si può definire un nipotino di questa pratica che affonda le sue radici nell’antichità?
«C’è da considerare che comunemente l’attore non dovrebbe occuparsi della realizzazione del suo abito di scena: a questo dovrebbero pensarci i costumisti. Ma è vero anche che se ti si strappa un pezzo di costume in scena, dovresti anche essere in grado di rimediare da te, perché non sempre i costumisti possono essere reperibili.
Il cosplay a dire il vero non origina dal teatro, provengono da due culture diverse, però le abilità di un cosplayer in teatro tornano utilissime!».

Secondo te, cos’ha di innovativo la tua Betty Boop che altri Cosplay non hanno? Insomma… quanto “spacca” questa tua estasiante creazione?
«Forse la mia somiglianza fisica! Ahahahah! Tendo sempre ad auto limitarmi nella scelta dei personaggi… Qualche volta magari ho deciso di fregarmene, e di portare una versione più in carne di un personaggio. Con Betty Boop non mi sono posta il problema: da anni c’erano alcune persone che non facevano altro che suggerirmi di vestire i suoi panni!».

Potresti dirci qualcosa di più su altri tuoi lavori? E, soprattutto, quanto è importante l’interpretazione in ognuno di essi?
«Per me l’interpretazione è sempre fondamentale. Se dovessi parlarvi di tutti gli altri miei lavori rischierei di scrivervi un poema, e credo che il pubblico si annoierebbe a leggere un papiro in cui parlo nel dettaglio della costumeria Disney che aspiro a completare, o degli abiti dei personaggi Marvel che non vedo l’ora di riprendere e indossare!».

La tua bellezza sconvolge il web, tuttavia, essere belle attira notevoli “scenate” dettate principalmente dall’invidia, quanto è dura saper gestire questa enorme potenzialità?
«Grazie per la lusinga… In effetti ho ricevuto più di un fastidio da qualche simpatico bighellone del web, ad essere sinceri. Non so se per invidia (non mi reputo una persona da invidiare), se per antipatia, o rancori personali, o se ancora perché una vittima vale l’altra.
È dura, sinceramente, ma non bisogna arrendersi mai. Sono stata insultata, sono stati fatti account fasulli a mio nome, sono state inventate delle motivazioni inutili e puerili per farmi litigare con il mio fidanzato, sono state associate delle mie foto private e assolutamente caste a scatti hard rubati ad altre ragazze e “pubblicizzati” come miei… Ma a chi mi legge voglio dire di non arrendersi, di denunciare e di continuare sempre a testa alta. Mai farsi intimidire da chi si nasconde dietro uno schermo».

In ultimo, salutando gli internauti che ci stanno seguendo dal web, cosa vorresti dire al pubblico della “MankeyNews”?
«Voglio dire a tutti voi di vivere la vita senza permettere ad altri di inaridire le vostre passioni. Tutti noi abbiamo qualcosa che ci fa “brillare di luce propria”, non dobbiamo fare altro che trovare questo qualcosa e coltivarlo con amore. Siate felici di voi stessi, congratulatevi con voi per i vostri miglioramenti, e rimproveratevi per i vostri sbagli.
E siate autocritici. Se qualcosa non va, partite sempre prima da voi stessi per capirne la causa… I fattori esterni possono incidere, ma se avete un buon rapporto con le vostre capacità, avete già vinto!».

 

One comment

  1. È splendido quanto scritto qua… Soprattutto l’ultima risposta… Riassume davvero un concetto espresso in semplicitaà… Ma dannatamente vero! Grazie

     

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