Erika: l'incanto di due occhi blu

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Vari sono i fattori che rendono un Cosplay ben fatto: interpretazione del personaggio, un make up realizzato alla perfezione, originalità e un costume da urlo… Guardate queste foto e troverete tutte queste qualità.

Grazie agli scatti di Arturo Chesi VisaniDiego LonginoMarcella FavaMassimo Pelagagge Federico ValliLa stirpe del drago, possiamo ammirare i lavori di questa fantastica cosplayer di nome Erika Ramella.

Qui la possiamo vedere nei panni di un paio di due suoi original, di Aladdin da “Magi: the Labyrinth of Magic”, Grell Sutcliff da “Kuroshitsuji”, Esther Blanchett da “Trinity Blood”, Kagerou Shoukiin da “Inu x Boku SS” e Ashe PredonaCaitlyn e Sashimi Akali da “League of Legends”.

 Il talento non le manca, così come la particolare predisposizione per l’interpretazione, sempre impeccabile, oltre che a sfoggiare costumi davvero meravigliosi e al limite della perfezione assoluta e della bellezza.


Ben ritrovati ad intrigante appuntamento con il mondo del Cosplay. Questa volta svolgeremo quest’intervista ad una talentuosa cosplayer: Erika Ramella! Ciao Erika, al fine di spezzare un po’ il ghiaccio, puoi dirci cosa ti ha affascinato di questo settore e come ti sei avvicinata ad esso? ^_^
«Ciao 😀 quando avevo circa 14 anni, una mia amica mi ha raccontato dell’esistenza del Lucca Comics, dove ho deciso di andare l’anno stesso. Ovviamente per me è stato fantastico e sono rimasta affascinata soprattutto dai cosplayers. Da quel momento (praticamente dieci anni fa), non sono mancata a nessuna edizione del Lucca. Sognavo di diventare anche io una cosplayer un giorno, anche se mi sembrava tutto così complicato ed impossibile. Ma poi, evidentemente, quel momento è arrivato ».

Il mondo del Cosplay è sicuramente una sconfinata prateria fatta di fiere, raduni, servizi fotografici ed opportunità, quali sono state le tue esperienze in questo settore?
«Sono stata a svariate fiere nel nord Italia. Cerco più che altro di non mancare a Novegro, Lucca, La Spezia, Genova e Rimini. Ho fatto qualche servizio fotografico, anche “fuori fiera” e partecipato a qualche video. Sono piuttosto critica nei confronti di me stessa, quindi ho partecipato solo a quattro contest, ma ho comunque ottenuto due premi. Mi è già capitato di svolgere interviste come questa e che le mie foto apparissero in siti a tema. Ovviamente non mancano i raduni, soprattutto di Black Butler e League of Legends».

Stando a quanto riportano le tue performance esibite, sia nel web, sia nei palcoscenici fieristici nazionali, non possiamo fare a meno di notare una tua spiccata propensione verso Cosplay davvero difficili da lavorare e da presentare. Ami espugnare le sfide “impossibili”?
«Mi fa piacere che tu veda i miei lavori come particolarmente difficili, ma in realtà ho ancora molto da migliorare. In generale  non mi piace portare personaggi troppo popolari, o troppo semplici. Alla fine però seguo comunque il cuore, come è giusto che sia in questo ambito. Ad esempio Aladdin è un personaggio molto popolare e di facile esecuzione, tuttavia non potevo non realizzarlo perché lo adoro».

 Il tuo Original ne è l’esempio lampante, le ali e le trame che sfoggi all’interno delle fiere, incantano anche i fan più avari di complimenti. Possiamo, dunque, dire che la vistosità di un Cosplay può rappresentare una freccia al proprio arco oppure tende a coprire tutto ciò che vi è di contorno?
«Un Cosplay vistoso aiuta a attirare l’attenzione, ma non è comunque detto che piaccia. Può far di certo presa su occhi inesperti, ma gli altri cosplayers ne riconosco comunque le pecche. Non penso che possa aiutare a nascondere i propri difetti, in quanto deve anche saper essere indossato e spesso sopportato per tutta la giornata (un costume particolarmente ricco non è mai facile da portare). Credo che realizzare una cosa del genere sia soprattutto una buona occasione per provar a migliorarsi e per la propria soddisfazione personale. Ovviamente poi, quanto più sarà apprezzato, quanto più saremo felici, ma credo che non sia corretto realizzare un Cosplay solo per la ricerca di foto ecc».

Possiamo dire con certezza ssoluta che di Cosplay ne hai fatti veramente tanti, da Aladdin, sino a giungere ad Ester Blanchett. Qual’è stata la performance artistica che custodisci nel cassetto del tuo cuore?
«Verso Caitlyn ho un affetto particolare. Questo Cosplay nasce dai regali di alcuni amici e del mio ragazzo, che mi hanno appunto donato i materiali necessari. Tra gli altri miei personaggi preferiti ci sono: Ashe Predona e Sashimi Akali, poiché sono personaggi che sono stati poco realizzati e Aladdin e Kagerou in termini di somiglianza».

Puoi riassumerci in poche righe il tuo modo di fare Cosplay?
«Il mio modo di fare Cosplay è molto istintivo: mi innamoro di un personaggio e decido di realizzarlo. Da quel momento si alterneranno gioie e fatiche, fino a quando i bei momenti della fiera non mi ripagheranno delle spese e della fatica. Le parole che secondo me si abbinano di più al fare Cosplay sono creatività e divertimento. Anche se bisogna ammettere che spesso subentra anche la fatica».

 Parliamo di tempistiche. Quanto tempo impieghi solitamente per realizzare un Cosplay? E, soprattutto, chi ti supporta in questa tua grande e coinvolgente passione?
«A dir il vero impiego almeno un paio di mesi anche per le cose più semplici, lavorando al costume principalmente alla domenica pomeriggio. Comunque vada ho la tendenza, penso condivisa da molti altri cosplayers, di ridurmi a finire alla settimana prima della fiera: il giorno prima sto ancora lavorando a qualcosa. Un disastro. Ad aiutarmi è il mio ragazzo soprattutto per quanto riguarda gli accessori. Un aiuto senza il quale, non mi vergogno a dire, che molte cose non sarebbero probabilmente state possibili. O comunque non sarebbero risultate altrettanto gradevoli. Anche lui è un cosplayer ed è molto abile ed intelligente anche nelle questioni di tutti i giorni».

 Spesso il lungo viaggio di cosplayer lo porta a segnare delle tappe importanti. Quali sono stati i momenti che, sino ad ora, hanno caratterizzato questo tuo percorso? E quali sono quelli che ti hanno spinto a realzarti?
«Come dicevo prima il fatto di essere la prima critica di me stessa mi ha portato a non espormi troppo tramite contest o simili, quindi non ho momenti eclatanti da ricordare. Le mie gioie arrivano semplicemente da fatti “quotidiani” come i complimenti delle persone su internet o dal vivo. Ogni fiera regala dei momenti speciali che mi ricordano quanto sia bello e importante l’affetto della gente, che può arrivare da chiunque in occasione di ogni evento. C’è chi vuole conoscerti, chi si ferma anche solo per una foto e chi invece ti assale o si emoziona vedendoti. Sono cose piuttosto comuni per ogni cosplayer, ma continuano a scaldarmi il cuore, a farmi sorridere e divertire. A volte quando incontro delle difficoltà durante la realizzazione mi viene voglia di abbandonare tutto, ma poi penso che la reazione delle persone in fiera mi ripagherà dei momenti di debolezza e vado avanti».

 Hai qualche altro progetto in cantiere? E se si, puoi darci qualche anticipo?
«Vorrei realizzare Kayle Inquisitrice di Ferro di League of Legends e Lilith di Trinity Blood».

 Essendo tu una giovane cosplayer, come ti vedi da qui ai prossimi 5 anni? Come credi possa evolversi il tuo modo di realizzare o impersonare un Cosplay?
«Spero di migliorare sempre di più e di trovare sempre personaggi che si adattino ai miei cambiamenti, ma soprattutto spero di mantenere l’umiltà e la voglia di divertirmi senza dimenticare che questo è un hobby».

Hai mai pensato di realizzare un Crossplay? E se si, quale potrebbe essere una crossplayer che ti dona ispirazione?
«Ne ho già realizzati: Grell, Kagerou e Aladdin. Spesso i miei personaggi preferiti sono uomini e non ho problemi a realizzarli… Non viene in mente nessuna particolare crossplayer».

 Abbiamo notato che le tue caratteristiche fisiche si prestano molto a Cosplay molto particolari, merce rara nella nostra penisola. Quanto è importante, secondo il tuo parere, abbinare una performance artistica con una caratteristica fisica ad essa compatibile?
«La somiglianza è un fattore molto importante, ma secondo me, non è neanche assoluto: spesso è necessario adattare certe parti del costume alle proprie caratteristiche in termini di proporzione. Ad esempio io sono minuta e quando si tratta di armature mi ritrovo ad eliminare qualche piccola parte, o a modificarne altre che non troverebbero concretamente spazio sul mio corpo. Cerco poi di adattare la lunghezza degli abiti ai miei gusti in modo che mi senta più a mio agio. D’altra parte penso non si possa nemmeno aver caratteristiche fisiche opposte a quelle di un personaggio e pretender di essere perfetti. Ognuno è certamente libero di far ciò che vuole, ma se si vuole andare in fiera con la pretesa di render un personaggio al meglio, tener conto del nostro fisico è certamente importante. Se invece il desiderio è semplicemente quello di far un tributo al nostro personaggio preferito, accettiamo di non essere perfetti pensando solo a divertirci».

 Quale tipo di dinamica utilizzi per scegliere un Cosplay da realizzare? Internet, fiere, game?
«Il cuore. Vedo un personaggio e sento il desiderio di volerlo realizzare, poiché evidentemente vi ho ritrovato delle affinità fisiche o caratteriali».

 Attualmente, quali difetti riscontri nell’ambito della realizzazione e della rappresentazione di un personaggio? E quali, invece, sono i pregi cosiddetti irrinunciabili?
«Ho ancora molto da imparare e quindi ci sono sicuramente molti difetti nell’esecuzione. Ad ogni modo sono felice di far tutto da sola, in quanto sto notando che la tendenza a comprare o commissionare i propri costumi sia sempre più diffusa. Vorrei migliorare anche a “posare”, per far in modo che i miei lavori siano apprezzabili anche in foto. Come dicevo prima sono molto autocritica e quindi mi è difficile trovarmi dei grandi pregi, però sono appunto felice di essere una cosmaker e del modo in cui mi rapporto con questo hobby e con gli altri durante gli eventi. ».

 C’è qualche aspetto interessante che scorgi durante la realizzazione di un Cosplay? Desideri parlarcene?
«Il fare Cosplay stesso è un qualcosa di interessante. La scelta di un personaggio già ci dice molto sul carattere, sui gusti di una persona. Molti infatti interpretano spesso personaggi con caratteristiche comuni. Anche il motivo per cui qualcuno fa Cosplay e le sue priorità nel farlo ci raccontano il suo modo di rapportarsi con gli altri o di esprimersi. Il Cosplay permette poi di esternare le proprie capacità in vari ambiti come la sartoria, la recitazione, l’abilità manuale ecc. Si può quindi dire che questo è un fenomeno interessante in generale e dalle mille sfaccettature».

 Molti fan impazziscono per il tuo modo di fare Cosplay. Che rapporto hai con i tuoi sostenitori?
«Credo che i miei fans siano soprattutto amici e persone che incontro di volta in volta in fiera. Molti di loro mi dicono di aspettare altri miei lavori e questo mi fa molto piacere. Ci sono poi persone che mi riconosco nelle fiere, perché mi hanno già visto in precedenza e si ricordano di me, o perché mi hanno visto su facebook. Ogni volta mi capita di conoscere persone nuove e che queste vogliano incontrarmi di nuovo, magari con un Cosplay che hanno apprezzato particolarmente. Tutto questo è ovviamente molto gradevole e soddisfacente, ma non mi rende certo una cosplayer famosa».

 In ultimo, al fine di lasciare un saluto agli amici della “Mankey News”, cosa desideri dire ai nostri lettori?
«Prima di tutto vorrei ringraziare voi per questa opportunità e ogni possibile paziente lettore che abbia deciso di seguire la mia intervista. In seguito vorrei dire un’ultima cosa a cosplayers e non. A chi vorrebbe intraprendere questo hobby vorrei dire di lanciarsi perché le cose non sono così complicate come sembrano e ormai ci sono tantissimi strumenti e persone che possono aiutare. Desidero dire questo poiché spesso le persone mi dicono “anche io vorrei fare Cosplay, ma non so come fare” e a tutti rispondo in questo modo. Ai “già cosplayers” vorrei invece ricordare che questo è appunto un hobby, quindi non dimenticate mai di sorridere e di divertirvi in pace con gli altri e con voi stessi».

 

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