Con Leonardo, seguiamo con orgoglio le gloriose orme di Rosso

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La leggenda narra che un fortissimo allenatore di Pokemon, conosciuto ai tanti con il nome di Rosso, è stato in grado di mettere a soqquadro i perfidi piani della potente organizzazione “Team Rocket”.

Sono stati molteplici i nomi che sono stati attribuiti a questo personaggio immaginario della celebre serie “Pokemon” e, uno di questi è senza dubbio, il Campione di Biancavilla.

Chi ha avuto modo di giocare ai titoli per Game Boy: Pokemon Rosso, Verde, Blu e Giallo, oppure ai remake: Pokemon Rosso Fuoco e Verde Foglia, ha modo di comprendere a fondo il significato di questo nome.

Si tratta, dunque, di un appellativo che ha fatto la storia di questo brand, sino a giungere ai giorni nostri dove, chi detiene una scheda di gioco, è sicuramente un appassionato d’altri tempi.

IL COSPLAY

A rappresentare questo storico personaggio, è lo straordinario cosplayer, Leonardo Traversari (in arte SDiSH) che riesce a trasportare con energia il peso del grande retaggio offerto dal maestro, Satoshi Tajiri.

Dunque, nonostante i tempi passano, i nomi variano: da Zaffiro a Perla, dal Game Boy all’Android, la passione per questi grandi titoli resta.

Resta il rispetto per gli autori, restano i fan e soprattutto insorge un’innovazione sana che rispetta i canoni del passato, un po’ come il restauratore dedito a perfezionare la propria tecnica in favore dell’antico.

È questo lo spirito di Leonardo, un ragazzo semplice e dal gran talento che, con poco riesce a stupire il pubblico, idealizzando il suo personaggio preferito con una posa carica di ricordi.

Noi della “Mankey News”, non possiamo fare a meno, dunque, di offrirvi questa sensazione un po’ nostalgica, un po’ invecchiata, come una speziata vernaccia toscana.

FOTO

INTERVISTA

Salve Leonardo e grazie per averci concesso questa intervista. Per inziare, raccontaci un po’ della tua esperienza nel mondo del Cosplay, ripercorrendo in breve la tua carriera dagli arbori ad oggi. ^o^
«Ho iniziato a 14 anni dopo che due miei compagni di classe, vedendo i miei costumi poco curati fatti solo per divertimento, mi rivelarono cos’erano i veri Cosplay. Visto che faccio la scuola d’arte a Volterra ho provato con un piccolo Cosplay, questa volta fatto bene, alla fiera Volterra Mistery e Fantasy partecipando alla gara Cosplay. Dopo, acculturandomi sempre di più, ho scoperto tecniche per le lavorazioni Cosplay, le diverse tipologie di quest’ultimo, girando varie fiere ho conosciuto molti cosplayer più bravi o al mio livello e da bravo autodidatta tra internet e i social ho appreso sempre più cose e tutt’ora cerco di migliorare le mie abilità».

La Toscana (grazie anche all’influenza di realtà importanti come: la celebre Lucca Comics e l’entusiasmante Festa dell’Unicorno di Vinci) è da sempre il punto di riferimento del Cosplay in Italia. Quanto è vantaggioso per un cosplayer essere toscano?
«Penso che chi è cresciuto tra i supereroi (o tra altre cose riguardanti questo mondo fantastico) come me e come altri bambini non serva essere per forza toscano perché anche se questo mondo fantastico a una persona potesse non piacere per niente potrebbe essere comunque consapevole dell’esistenza perché in Italia le fiere del fumetto sono quasi ovunque. Ma posso dire che l’unico vantaggio a livello alto nell’essere toscano per un cosplayer sia il fatto che ha vicino a se la maggior parte di fiere Italiane a livello internazionale».

Grazie al Cosplay e al game “Pokemon Go”, i Pokemon hanno ritrovato nuova linfa dopo le epoche storiche del TCG e dei game della Nintendo. Alcuni Cosplay dedicati a questo manga sono davvero di buona fattura, questo rappresenta per te un limite o un’opportunità di miglioramento?
«Per me non rappresenta nessuna delle due opzioni perchè se un fumetto o un gioco o un film o altro venissero dimenticati con i loro personaggi ma, a me piacessero, io li porterei comunque senza considerarne la fama».

Quale tipo di dinamiche utilizzi per realizzare un Cosplay? Raccontaci il tuo rapporto con i costumi, i gadget ecc. ecc.
«Ci sono tanti modi per realizzare un cosplay dipente dal vestiario del personaggio oppure, parlando di make up, dall’aspetto. Io al momento ricevo aiuto solo nel cucito ma il mio forte sono il cosplay improvvisato ma fatto bene (ad esempio zombi o personaggi horror come leatherface), le armature, i gadget e il make up».

Nello specifico, qual’è il tuo rapporto con l’interpretazione dei personaggi? E quali sono le tue aspettative su un Cosplay all’interno di un palcoscenico fieristico nazionale?
«Quando porto sul palco un mio nuovo cosplay, faccio presente che, se lo porto, tengo dietro un legame particolare a volte quasi psicologico (come con Deadpool e Joker) e le mie aspettative sul palco è sempre farmi notare, essere ricordato ma soprattutto divertirmi. Vincere è anch’essa un aspettativa importante per me ma è l’ultimo dei miei pensieri».

Stando a quanto riportano le indiscrezioni, Ash Ketchum della città di Ballet rappresenta senza dubbio uno dei tuoi cavalli di battaglia. Qual’è il tuo rapporto con il protagonista delle lunghe serie dei Pokemon e quali sono gli elementi che avete in comune?
«Ash Ketchum è una delle tante rappresentazioni della mia infanzia ed è solo per questo che l’ho portato anche se l’unica serie che ho seguito è stata quella del 1998 (ovvero la serie da cui proviene la versione di Ash che ho portato) tant’è che dopo tutto questo tempo non ricordo quasi più nulla, ma ciò che ricordo, è che io e questo personaggio abbiamo in comune un grande amore per Pikachu, una grande determinazione e giusto un po di pigrizia ^^°».

Quali sono le persone che hanno caratterizzato la tua esperienza in questo settore? E quali sono i volti che sono divenuti determinanti per i tuoi successi e le tue aspirazioni?
«Ho diverse persone a cui devo tanta determinazione che mi ha concesso tale esperienza. Tra i vip del cosplay coloro che mi hanno caratterizzato sono, il mitico Francesco Sanseverino, la bellissima Giada Robin, Sunita Sunymao e la mia preferita Kamui Cosplay. Tra i cosplayer a me vicino devo tutte le mie esperienze ad Alessio Chiarini, Hugo Arizzi, Andrea Barbieri, Maurizio Zollo, Piero Castiglia, Ottavia Strufaldi, Silvia Miroli, Francesca Giovacchini (Feramis), Federica Talarico, Chiara Saggio, Arianna Braschi, Luca Napoletano, Fabrizio Gravanti e tante altre persone che seguendole sui social mi hanno mostrato tanto oppure che alle fiere e alle gare mi hanno sempre incoraggiato e aiutato con spiegazioni tecniche di lavoro o aiutandomi con le mie ansie da palcoscenico ecc ecc. Ma tra le persone che mi hanno sempre sostenuto, aiutato e incoraggiato sempre anche fuori dalle fiere ottenendo un posto speciale nel mio cuore sono Gabriele Diara, Federica Longo, Leonardo Barone, Luca Mori e i suoi figli ma soprattutto Valentina Serini (Ladyor), Chiara Bolognesi e devo ringraziare anche il supporto di mia madre. A tutte queste persone voglio un mondo di bene. Ma la verita è che tutte queste persone che ho mensionato dalla prima riga fino a qui avranno sempre un posto nel mio cuore. Poi tra i volti che mi hanno determinato nei miei successi la lista è ancora più lunga ma credo che nel mondo reale siano i volti di tutti quelli che ho menzionato fin’ora mentre nell’immaginario siano troppi da elencare ma, posso solo dire che le foto parlano da sole».

Secondo te, cosa hanno di innovativo i Pokemon per questo settore? E quali sono le aspettative per i Cosplay dedicati ai Pokemon nel futuro?
«Secondo me i Pokemon sono le creature immaginarie che hanno ispirato i cosplayer per primi a inventare le versioni gijinka ovvero le versioni umanizzate e ciò è stato sicuramente innovativo per i cosplayer. Penso che l’unica cosa che ci si può aspettare da questi cosplay è ciò che si cerca di fare con tutti gli altri personaggi ovvero fargli raggiungere la somiglianza totale e tra gli original il cosplay perfetto».

Un altro celebre personaggio, che ha segnato la tua esperienza nel mondo del Cosplay, è senza alcun’ombra di dubbio Robin di Gotham City. L’eroe che opera con il solitario Batman è uno dei Cosplay meno realizzati di tutto l’universo DC e la presenza di volti noti come Harley Quinn, il Joker o lo stesso Batman influiscono pesantemente su questa analisi. Puoi riassumerci, dunque, le motivazioni che ti hanno spinto a presentare Robin all’interno delle fiere?
«In poche parole Robin fu il primo supereroe aiutante adolescene ma la gente adorava di più chi stava al centro dell’attenzione nelle storie (in questo caso Batman), ma per me anche Robin ha una sua particolare psicologia e una sua storia. All’epoca dei primi anni di Batman e Superman i bambini volevano essere anch’essi dei supereroi e Robin per essere stato il primo supereroe giovane sarebbe dovuto essere e rimanere il rappresentante della supergioventù ma tutti guardavano più l’eroe dell’assistente ma, io, mi ritengo abbastanza capace nel riconoscere l’importanza di un personaggio ed essendo anche un grandissimo fan di Batman, come avrei potuto non considerare l’importanza del suo aiutante e portarlo in fiera?».

Parliamo ora di tempistiche, quanto tempo ci impieghi per realizzare un personaggio e come ti organizzi solitamente per partecipare ad una fiera con i tuoi lavori?
«Essendo studente il tempo a mia disposizione è poco, ma ad ogni modo, pure a mia inconsapevolezza, il tempo che dedico a questa mia passione, è sufficiente a farcela incredibilmente in tempo. Con le fiere è semplice, quando penso a un personaggio che mi piace se è facile lo realizzo, considerando il tempo e il mio livello di cosplayer. Una volta ultimato va alla fiera prevista in data.».

Puoi dirci qualcosa sul tuo rapporto con la tua amica, nonché cosplayer Valentina Serini? E raccontaci anche di come il Cosplay vi ha uniti, generando conseguentemente quel che possiamo definire “condivisione”.
«Ho conosciuto Vale a una gara cosplay al Cusplay Pisa dove dietro al palco lei e un’altra cosplayer, Silvia Miroli, mi hanno incoraggiato dopo che mi era venuta una certa ansia da palcoscenico e io sono salito senza problemi subito dopo il loro supporto. Dopo quella volta ci siamo trovati insieme ad altre fiere poi abbiamo fatto amicizia e col tempo sono successe tante cose e abbiamo instaurato un legame speciale che ci permette di condividere le nostre emozioni quando saliamo sul palco o ultimamente nel fare uno shooting fotografico. Per lei sono come un terzo figlio(dato che ne ha già due) ma io non posso dire che è una seconda mamma perché di mamme se ne ha una sola ed è insostituibile e sarà l’unica ma posso definirla come una persona che quando ti entra nel cuore da lì non ne esce più proprio come una mamma^^».

In ultimo, al fine di salutare tutti gli amici della “Mankey News”, cosa desideri dire a tutti i lettori che ci stanno seguendo?
«Desidero fare presente due cose a chi leggerà questo articolo: uno che chiunque si ricordi di me con il mio nome d’arte: SDiSH. Due che nessuno dedito a seguire passioni o sogni come i miei si faccia abbatterere da persone che diranno scempiaggini come “non è carnevale” oppure “sono robe per bambini”. O che non si faccia distrarre da amici dediti ad oscurare i sogni altri in quanto, questa non è amicizia ma obbligo. La mia concezione di amicizia è come quella che ha Grifis del manga di Berserk cioè che un vero amico è una persona a me molto cara pronto a farsi in quattro per me, come farei io con lui, ma che comunque sia, posso considerare alla pari di me, che non stia a seguire me per sempre ma che un giorno sia pronto anche ad esempio ad andarsene il più lontano possibile da tutti i suoi amici pur di realizzare i suoi propositi o i suoi sogni. Ciò può essere un gran dolore ma io non sopporterei di dover stare dietro alle spalle di qualcuno per raggiungere i miei obbiettivi perché poi sarebbe un errore di cui ci pentiremmo. In breve il mio consiglio è: niente abbattimenti ne distrazioni ma solo i nostri sogni e la nostra volontà!».

 

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