Fiere del fumetto, un boom che parte dal Sud Italia e contagia il mondo

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Le fiere del fumetto sono, senz’altro un’eccellenza, italiana per antonomasia, ed il boom è cominciato al Sud. Se oggi il libero mercato, globalizzato e capitalistico (non per forza nella sua accezione negativa, poiché ognuno della libera circolazione può farsi un’idea propria, nda), ha coinvolto anche i cosplay ed i fumetti non è soltanto per passione. E’ un commercio che, come riportato in altre occasioni, ha creato tendenza ed è ormai un giro d’affari milionario. Ha creato nuovi mestieri, nuove forme di intrattenimento e di mercato. Il tutto nasce nella sede principale, ove gli appassionati possono mostrare periodicamente le loro creazioni od i loro acquisiti: le fiere del fumetto.

Nel 1998 andava in scena la prima edizione, ad ottobre, della Fiera del Fumetto di Napoli chiamata “Salone Internazionale del Fumetto e del Gioco” ad oggi conosciuta come Comicon. Un successo che in Italia si è protratto ed espanso: nel 2001 Roma si allinea e lancia il Romix. D’altronde i primi focolari di una struttura ben più robusta erano stati già piazzati a Lucca nel 1993 (senza contare i mercati degli anni 60-70, nda). E’ una storia ormai ventennale, alla quale molte altre città italiane ed internazionali si sono adeguate. Il Comicon, che vede a Napoli la seconda storica fiera aperta in ordine cronologico, ha poi contagiato gli Usa e tutto il mondo occidentale:

«Napoli Comicon dal 1998; San Diego Comic-Con International – dal 1970; New York Comic Con – dal 2006; Baltimore Comic-Con – dal 2000; Oz Comic Con – dal 2012; Phoenix Comicon – dal 2002; London Film and Comic Con – dal 2004; Emerald City ComiCon – dal 2003; Montreal Comiccon –dal 2006».

Partite come fiere di mercato ad oggi sono vere e proprie passerelle per cosplayer di tutto il mondo, età, genere e generazioni addirittura. Da qui è partita la storia che oggi vede fiere annuali in ogni città, per rispondere all’esigenza ricreativa di milioni di persone appassionate del genere. L’età è varia, come scrive La Repubblica, e ci sono appassionati di ogni tipo: dai cinquantenni agli adolescenti, e senza distinzioni di genere. I bambini si fanno accompagnare dai genitori che si lasciano trasportare ed accrescono il movimento.

Nel panorama attuale soltanto piccoli centri abitati in Italia ancora non allestiscono fiere proprie. In quasi tutte le grandi città esistono manifestazioni che mettono in risalto passione e mercato. Un allargamento progressivo ed un espansione in crescita e che, nei prossimi anni, potrebbero raggiungere livelli ancor più alti.

 

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