Cosplay: come la stampa ha contribuito alla sua diffusione

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Cosplay: tutti ne avrete sentito parlare. O quantomeno, tutti avrete sentito questa parola almeno una volta nella vita. Il fenomeno vero e proprio attirò l’attenzione della stampa per la prima volta nel 1995 in Giappone, quando un gruppo di ragazzi giapponesi a Tokyo indossò dei costumi ispirati a personaggi della serie Neon Genesys Evangelion. Per la prima volta fu dedicato un articolo al fenomeno, che di per sé era ancora poco conosciuto ma destinato a diffondersi presto anche in altri Paesi.

In Italia si è sviluppata una vera e propria editoria dedicata al Cosplay solo nel nuovo millennio, di pari passo con la crescita del fenomeno. Una delle prime testate che si occupano di Cosplay è CosmoPlay, nata nel 2006. Si può dire che sia nata per gioco, per volontà di Psydis. Fu pubblicato un numero 0 a cui seguì un ufficiale “numero 1”, visto il successo conseguito dalla neonata rivista. Psydis portò avanti il progetto assistito da Ayu e Otaking per la pubblicazione di un paio di numeri. Successivamente, con l’ingresso di Azusa18 nello staff in qualità di designer, CosmoPlay fu sottoposta ad un restyling grafico. Ciò avvenne nel 2007. Il logo originale fu cambiato e anche i contenuti hanno assunto una forma più grafica che letterale, in linea con le preferenze dei lettori e coerentemente con la tipologia di argomenti trattati.

Il formato prediletto per questo tipo di editoria è il digitale. I magazine dedicati al Cosplay sono diffusi soprattutto sul web e solitamente consultabili gratuitamente. E’ il caso di CosmoPlay, ma anche di Comics-Soon, che è disponibile gratuitamente sia in formato cartaceo che digitale.

I numeri dei magazine sono distribuiti, almeno in formato cartaceo, principalmente nelle fiere e nelle principali fumetterie. In formato digitale invece sono diffusi attraverso i social network, come Facebook, Instagram e Twitter, ma anche nei numerosissimi forum a tema. Si usano pagine facebook, hashtag, gruppi, così che la distribuzione sia capillare ma non dispersiva, giacché il potenziale utente è individuato in via preliminare. Con le condivisioni i lettori poi contribuiscono a portare a conoscenza dei loro amici le riviste, in una sorta di continuo passaparola che consente al numero di lettori di variare costantemente.

Si parla delle fiere e si intervistano i cosplayer, famosi e non, per offrire al lettore uno scorcio della persona che si cela dietro al personaggio interpretato. Si danno inoltre consigli e spunti agli aspiranti cosplayer, che sia appunto attraverso le interviste o articoli dedicati a vari aspetti del cosplay. Il materiale è reperito sia nelle fiere, organizzate da società come nel caso del Lucca Comics & Games e del Napoli Comicon o da gruppi di piccole associazioni nel caso delle fiere locali più piccole, sia attraverso eventi di aggregazione sociale e mostre, organizzati e promossi dalle stesse redazioni che assumono così un ruolo primario e attivo, come nel caso della stessa CosmoPlay.

In conclusione si può affermare che l’editoria è in una fase di forte crescita, ed è un momento in cui vi è una proliferazione di testate più o meno grandi. C’è da dire, tuttavia, che il Cosplay oggi è diventato un fenomeno di massa. Nelle fiere più grandi, come ad esempio il Napoli Comicon, è stato introdotto un limite massimo di biglietti venduti che non sempre va di pari passo con l’espansione delle aree dedicate alle fiere. Queste, malgrado l’espansione, continuano ad essere sempre più colme di persone curiose, il che porta a pensare che ormai il fenomeno si stia avvicinando al culmine della propria espansione. Tali considerazioni portano dunque a porsi delle domande: avremo un declino del Cosplay? Quando? E in tal caso, il fenomeno morirà o si evolverà? E in quale direzione? Come evolveranno i contenuti degli articoli nei prossimi anni? Verranno introdotti dei prezzi di vendita per i giornali? Queste sono risposte che arriveranno più avanti. Adesso si può dire tutto e niente.

 

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