La Corrida e i social, un incontro tra generazioni

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Qualche volta mi viene da pensare a cosa sarebbe successo se non ci fosse stato internet, quale sarebbe stato il destino del mondo del Cosplay senza questo processo informatizzazione forzata avvenuto in ordine crescente dal nuovo millennio sino a quest’anno… Beh, che dire, senza dubbio molte opportunità non ci sarebbero state e nessuno si sarebbe posto nemmeno il problema a riguardo, le conoscenze sul settore sarebbero state sicuramente più esigue e il monopolio delle notizie sarebbe stato rigorosamente nelle mani di coloro che nei secoli scorsi hanno reinventato il modo di fare televisione.

Le ipotesi possono essere tante e alcuni direbbero che inneggiare a visioni alternative del passato equivale a distorcere la realtà. Sebbene i processi evolutivi di internet sono molto simili a quelli della televisione e della radio, in pochi hanno il coraggio di individuare il Cosplay come un fenomeno equiparabile – per importanza – i film da cassetta degli anni ’70 e ’80 e ai capolavori di animazione degli ultimi tre decenni del novecento.

Non vorrei sbottonarmi troppo, ma la Umi Sonoda che ha partecipato a “La Corrida” è identificabile come l’anello di congiunzione tra il passato alternativo ipotizzato in precedenza e come sono andate realmente le cose, discutere su “cosa è meglio o cosa è peggio” è un’onere destinato ai commentatori del web.

È indubbio che gli esperti del Cosplay – sia i cosplayers che possiamo intravedere in un palcoscenico fieristico internazionale che i cosiddetti “intellettuali del settore” – sono molto molto critici nei confronti di un programma di un mezzo di comunicazione tendente all’estinzione come la televisione, ma stiam pur sempre parlando di un incontro tra generazioni.

Parlare con un nonno o con un bis-nonno è sempre una cosa molto difficile, la cosiddetta gioventù ha una netta difficoltà a comprendere alcune terminologie arcaiche o persino alcuni modi di pensare delle epoche ormai trascorse. Questo esempio è strettamente correlato al dualismo tra televisione e social, internauta e spettatore, un modo di comunicare che arranca a fare share e intere community che mensilmente fanno milioni di visualizzazioni, è noto che le difficoltà di dialogo generano sempre incomprensioni.

Molti cosplayers si sono lamentati del fatto che “La Corrida” era inadeguata ad ospitare il mondo del Cosplay nella sua trasmissione, alcuni ci sono andati giù duro dispensando parole molto velenose contro la crew Rai capitanata dal portentoso Carlo Conti. I cosplayers, come un “buon nipotino” capiranno col tempo  l’importanza di instaurare un profondo dialogo con il suo antenato, un po’ come negli anni ’80 quando il cinema da cassetta stabili un’inseparabile legame con la televisione.

Tomas Milian, nel pieno dei sui cult con “Nico Girardi” ed “Er Monnezza”, dichiarò quanto segue in un’intervista a cura dell’immortale, Pippo Baudo: «[…] oggi giorno, nel cinema, lo sai com’è combinato il cinema stiamo in una situazione piuttosto brutta, anche se il mio film “Delitto in Formula 1” sta incassando molto grazie a Dio, com’è giusto il pubblico, quanti telespettatori c’hai? – Ha milioni e milioni di telespettatori disse Pippo Baudo – siamo 56 milioni contro uno e sono tanti, cioè qua uno rischia la carriera».

 

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