O.C. e Gara CosPlay, quando il Contest diventa semplicemente un Palco

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Poniamo, prima di tutto, la seguente scena: per quanti anime possiate vedere, per quanti manga possiate leggere, vi rendete conto che non riuscite a trovare un personaggio che, nel suo modo di fare e nei suoi atteggiamenti, vi convinca a pieno per quanto riguarda il portarlo come CosPlay.

Tutti noi CosPlayers, volenti o nolenti, ci siamo trovati in questa situazione. Per i più si parla solo di guardare oltre e di cercare altri personaggi in quel determinato universo, per altri significa volgere uno sguardo verso altre opere. E poi ci sono quelli come me che, invece, vogliono portare un O.C. (acronimo che sta per Original Character, personaggi inventati di sana pianta che possono avere legami con un determinato universo manga/anime/televisivo o cinematografico) anche per meglio affinare una lunga serie di capacità di inventiva e di character design e per “giocarsela” tutta sull’ombra di mistero che il personaggio trasporta una volta sul palco.

Ora, fermiamoci un secondo per poter presentare me stesso, svestendo i panni di un furioso greco assassino “benedetto” dagli dei e immortale per vestire i panni di un più mite e bravo scrittore di articoli per il Mankey News.

Per chi non mi conoscesse, io mi chiamo Fabio Iannaccone, ho 29 anni e attualmente studio Lingue e Culture Comparate all’Orientale di Napoli con indirizzo Inglese e Giapponese. Sono un amante della lettura ma sono anche dannatamente “choosy” per quanto riguarda i titoli da leggere, preferendo principalmente titoli Horror, Fantasy, Sci-Fi o comunque titoli dove la mente umana viene sezionata e analizzata. Questo si riflette molto anche sul tipo di personaggio che porto in fiera (di cui vi spiegherò poi in questo articolo) e sul mio approccio nella scrittura, alcune volte molto “schietto e diretto” mentre altre “computeristico e molto, molto analitico”.

Adoro  il CosPlay (anche se sono solo un mero dilettante) e sono anche un giocatore di Tcg quali Final Fantasy e Magic: the Gathering.

E mi diverto anche a montare video per Youtube, anche se al momento della stesura di questo articolo sono ancora con lo script di un paio di episodi e del video introduttivo del canale.

Cosa porterò su questa piattaforma è ancora lungi dall’essere deciso, preferisco mantenermi sulla flessibilità piuttosto che ritagliarmi di già un mio angolo personale.

Ok, concluso tutta la presentazione, iniziamo a parlare del tema principale: O.C. e Gara CosPlay. Quando si porta un O.C. ad una di queste gare, bisogna mettersi già nell’ottica che non lo si fa per vincere, ma per CONVINCERE e per dare tutto se stessi sul palco. Portare un O.C. equivale a portare qualcosa di tuo e che conosci solo tu, quindi dovrai per forza incanalare tutta la tua capacità espressiva per poter far capire al pubblico (più che ai giurati) chi tu sia in quel momento.

Vi porto, quindi, il mio esempio. La mia “carriera” da cosplayer inizia per puro divertimento mentre facevo ancora parte di un gruppo di rievocazione storica che prendeva spunto dalla storia dell’antica Pompei. Ricordo ancora che la prima edizione in cui portai Akronos (che al tempo non aveva ancora un nome o un ruolo definito) fu il Cavacon, dove mi cimentai in una scena di cattura con monologo e inizio trasformazione in cannibale. Non riuscì a vincere, ma entusiasmai molti e quello mi bastò per poter mettere mano alla mia inventiva e creare un O.C. che fosse quanto più speciale  possibile.

Vi descrivo, in un breve racconto, la storia dietro Akronos:

“Ritrovato svenuto sulle coste della Grecia Meridionale, questo uomo senza origini si distinse subito per la sua fame di guerra e per la sua mancanza di paura. Assassino spietato quanto vorace combattente, durante i suoi assedi nulla rimaneva in piedi. Anche le statue degli dei e i Templi.

E fu in uno di questi assedi che gli dei,  in conflitto tra loro, decisero di “premiare” in modo subdolo e irrazionale, questo uomo dal sangue indomabile e “non greco”: Immortalità, a patto di nutrirsi dei suoi simili. Libertà, a patto di non soccombere all’essenza di Cerbero che gli fu impiantata nell’anima. O questo, o una vita a guarda dell’Ade come nuovo animale di compagnia di Hades.

Ma poco potevano sapere di come al primo assaggio, la sua mente riscoprì il piacere della Pazzia.

Da allora eoni sono passati. Gli dei sono caduti, gli imperi distrutti e rinati. Ma il Senza Tempo cammina ancora, affamato di sangue, carne e violenza.”

La mia prima e unica vittoria su un palco fu al Fantasy Day del 2014, dove vidi riconosciuta la mia interpretazione con il premio, appunto, Miglior Interpretazione e i complimenti delle persone che mi fermavano mentre io correvo via velocemente in direzione dello stand in cui avevo lasciato solo un mio amico.

Ed è questo che, ancora oggi, mi fa vestire quella tunica, mi fa legare al braccio varie stoffe  e mi fa vestire il cinturone (nonché camminare a piedi nudi per la fiera, ma shhh): l’applauso del pubblico e i complimenti una volta sceso dal palco, dove spesso io chiedo i feedback su cosa poteva essere migliorato a livello di interpretazione o di parlato.

Perché, fondamentalmente, quando si porta un O.C. sul palco si pensa solo al pubblico e non ai premi, si pensa solo a dare il 100% e non a impressionare i giudici, si pensa a buttare su quel palco tutto il mondo di quel personaggio nel breve tempo concesso dai vari fattori (gruppo/singolo, tempo ed eventuali problemi tecnici).

Quindi, se mi chiedete il motivo per cui portare un O.C. rispetto ad un  personaggio già conosciuto, io vi posso dire che farlo significa mettersi alla prova ed esulare il concetto di contest in favore di un approccio molto più leggero e molto più orientato alla performance di per se. Per farla breve, significa salire sul Palco, più che partecipare alla gara.

Spero, non lo nascondo, che molti altri possano buttarsi nell’esperienza di voler costruire e lavorare con un O.C. in quanto si possono superare limiti sia fisici che mentali e si possono scoprire inclinazioni che non si pensava di avere.

Detto questo, concludo il mio primo articolo. Ringrazio la redazione per avermi dato la possibilità di scrivere a tema libero per il momento e spero di riuscire ad essere allo stesso livello degli altri ragazzi che collaborano con questo giornale. Quindi, per chiuderla con stile:

CosPlay Ahoy!

 

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