Luciano, l’avvento del carismatico Soldato 76

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Overwatch é uno dei fenomeni mondiali in ascesa negli ultimi tempi, tanto da avere innumerevoli Cosplay a sua rappresentazione; un vero e proprio crogiolo di ispirazione che ha portato a un boom.

Come molti sapranno, il videogioco dà la possibilità di scegliere tra 28 eroi, un più interessante dell’altro; tra essi, i cosiddetti personaggi d’attacco vi é il protagonista di questa performance: il soldato 76.

L’EROE DIETRO IL COSTUME

A vestire i panni di questo personaggio un fantastico Luciano Loventre, che oltre a presentarci un lavoro meraviglioso, ci ha raccontato qualcosa di sé.

«Ho iniziato a fare Cosplay -ci spiega Luciano – quando seguivo Naruto, e girando sui vari forum ho visto che in giro per l’Italia si tenevano questi eventi.
Il mio primo Cosplay è stato Sasuke Uchiha portato al Napoli Comicon del 2012».

Un percorso di ben sei anni, durante i quali si é migliorato tantissimo, arrivando ad esibizioni davvero fenomenali, come dimostrano le foto di Alessio Buzi e Another Point of View.

«Quando uscì la Beta del gioco Overwatch non sapevo cosa fosse -ammette il cosplayer – un amico mi spinse a giocarci ed il primo personaggio che ho scelto, a pelle, è stato lui il Comandante Jack Morrison conosciuto con il nome di Soldato-76. Fu amore a prima vista.
Del personaggio in sé apprezzo il fatto che è un vero Leader capace di guidare anche nelle missioni più difficili il suo gruppo, capace di adattarsi a qualsiasi campo di battaglia e di volgere la situazione a proprio favore.
Per il vestito ho avuto l’aiuto della mia sarta di fiducia mentre gli accessori sono stati creati da me e per la prima volta mi sono avventurato nella creazione di un’arma fatta a diversi strati, ricreando quasi da zero il progetto (ai tempi che l’ho costruito, circa 1 mese dopo dall’uscita del gioco, non c”erano ancora tutti i cartamodelli che ci sono adesso) e ciò mi ha permesso di fare un salto di qualità nella creazione degli accessori Cosplay, che nella maggior parte dei casi faccio sempre da me». Un risultato favoloso a cui non possiamo dare ulteriori parole, ma lasciare che siano le foto a dire il resto.

FOTO

 

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