Valeria, un Monokuma tutto da scoprire

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Dopo diversi periodi, dove abbiamo avuto modo di vedere cosplayer di variegato genere, ritorniamo a presentare al pubblico di “Mankey News” un Cosplay totalmente incentrato sulla rappresentazione di un’animale… nello specifico vi parliamo di questo estroverso ed eccentrico personaggio dell’opera “Daganrompa” conosciuto dai fan col nome di “Monokuma”, egli è letteralmente definibile come una forza della natura, ma soffermiamoci sul Cosplay: a farlo è la spumeggiante Valeria Lazzetta, una ragazza molto giovane e desiderosa di fare bene, interessata ad avere una costante crescita. La sua volontà è proporzionale alla sua bellezza ed è questo ciò che il mondo dei Cosplay ha bisogno!

Ciò che la rende un’abile cosplayer amatoriale, è la cura del makeup, non è di certo facile generare un Monokuma (coadiuvato da un’impeccabile lavoro fotografico di EvaMari Laz) dosando trucchi così semplici e (in molti casi) anche scontati. I mezzi a disposizione di questa straordinaria e coraggiosa ragazza non sono tanti, ma di fatto è proprio questo a renderla speciale, è proprio questo l’indispensabile spirito di coloro che comunemente si cimentano in questa passione.

Le sue caratteristiche fisiche piacciono e tanto, le sue forme sono parte integrante delle sue qualità e, sicuramente (siccome si ritrova anche agli inizi della sua carriera) si spera nel tempo riuscirà a valorizzare anche le sue grandi doti offerte da madre natura.

Nell’intervista che vi stiamo per presentare, questa piccola stellina napoletana presenta al nostro piccolo quotidiano online, piccole indiscrezioni riguardo il mondo dei Cosplay e i suoi lavori.


Ciao Valeria e grazie per averci concesso questa intervista! ^o^ Per spezzare un po’ il ghiaccio, parlaci un po’ di te e della tua passione per i Cosplay.
«Salve! Ho 16 anni ed ho iniziato a fare Cosplay 3 anni fa. Da piccola ho sempre guardato anime (grazie madre❤) ed ho iniziato pian piano ad entrare in questo fantastico “mondo”. L’amore per i Cosplay è nato grazie a mia cugina, che mi ha invogliato a fare Cosplay di coppia e facemmo io Ciel Phantomhive e lei Grell Sutcliffe di “Black Butler” che li portammo al Romics. Ero emozionatissima; interpretare il proprio personaggio, incontrare fantastiche persone… A parole non so come descriverlo. Bellissima esperienza».

Per te fare Cosplay è un gioco o una cosa che “va presa sul serio”? E come credi che viene interpretata questa passione all’interno di questo mondo?
«Per me fare Cosplay è una “via di fuga” dallo stress quotidiano. Io lo interpreto come gioco, ma ci sono persone che la prendono seriamente. Poi ci sono anche quelli che si credono chissà chi, che disprezzano il lavoro degli altri cosplayer, offese sul fisico ecc… Nessuno è perfetto, non è che, se una persona ha qualche chilo in più, non può fare Cosplay. Purtroppo queste persone ci sono e anche tante».

Stando alle indiscrezioni della “Mankey News”, il personaggio Monokuma dell’opera “Danganrompa” è da ritenersi (in versione umanizzata) un tuo cavallo di battaglia, in merito a ciò, potresti parlarci un po’ di questo tuo lavoro?
«Monokuma è il mio secondo Cosplay. Amo molto quel bizzarro e cattivo orsacchiotto. È da perfezionare, vorrei modificare alcune cose e farmi le orecchie da orso… Ho avuto dei problemi per la scelta del trucco ed ho cercato il più possibile di vestirmi in modo da rispecchiarlo e spero di esserci riuscita».

Le donne sono più avvantaggiate quando lavorano per un Cosplay? E, in merito a ciò, pensi che il sesso influisca molto in questo settore?
«Siamo abbastanza svantaggiate. Se voglio fare Cosplay maschili… Ho troppo “davanzale” e non potrei farli. Ma me ne frego e faccio un maschio con le tette HAHAHAHA. Tette a parte, il fisico è diverso, io sono abbastanza formosa e il sesso per questo influisce molto. Dovrei fare Cosplay femminili…».

Quale tipo di dinamica tecnica utilizzi per generare un buon Cosplay? E qual’è la sensazione che viene fuori a lavoro terminato?
«Non uso nessuna tecnica particolare.. Uso un poco di trucco per coprire almeno qualche imperfezione (sono un adolescente, comprendetemi) però alla fine non sono mai soddisfatta del mio lavoro, forse perché vedo altre persone più belle e la mia autostima va nel nucleo della terra(?)».

Attualmente, hai una idea sul quantitativo dei tuoi fan? E quanti seguono con interesse il tuo percorso nel mondo dei Cosplay?
«Diciamo che ho pochi fan, un po’ su Instagram e amici. Non sono tanto conosciuta. Queste poche persone però mi fanno sentire felice grazie ad alcuni commenti sotto a foto che posto».

È indispensabile conoscere l’opera del personaggio che si desidera riprodurre in un Cosplay per generare un buon lavoro? E quanto è stato importante per te conoscere a fondo l’opera “Danganrompa” al fine di realizzare la tua versione di Monokuma?
«Sì è indispensabile. Un buon Cosplay è soprattutto l’interpretazione e l’amore che hai per un personaggio in questione. Io, guardando Danganrompa, ho “amato” Monokuma proprio per il suo carattere, il suo modo di fare, la sua follia».

Solitamente, la popolarità di un’opera e conseguentemente quella del personaggio, sono direttamente proporzionali al successo di un Cosplay ad esso relativo?
«Si. Ne sono convinta. Quando feci nel 2014 Ciel Phantomhive al Romics, solo io lo interpretavo, non ce n’erano altri di Ciel e nessuno mi riconosceva, nessuno chiedeva foto. In quel periodo “Black Butler” ancora doveva diventare famoso… Ora invece ci sono Ciel ovunque».

Nel tuo lavoro sul personaggio Monokuma, abbiamo notato che i PH hanno avuto una gran cura per i dettagli (nella specifica la location era a dir poco divina), in merito a ciò, quanto sono importanti gli aspetti di contorno per la buona riuscita di un Cosplay?
«La location è abbastanza importante. Dovrebbe rispecchiare il più possibile l’ambiente da cui deriva il personaggio. Monokuma proviene da un gioco/anime horror, con ambienti abbastanza macabri (parlo delle scene dove muore qualcuno e i disegni cambiano). Infatti adoro quelle foto, si valorizza di più il Cosplay».

Cosa ne pensi dei “Cosplay di coppia”? E hai mai pensato di sceglierti un partner per poterne fare uno?
«Il mio partner per le coppie è mia cugina, desidero tanto fare altri Cosplay insieme a lei! È molto più divertente in coppia».

Molti pensano che un buon cosplayer è colui che, durante gli eventi fieristici, riceve molte foto, cosa ne pensi di queste osservazioni?
«Non la penso così. La maggior parte dei fotografi vengono attirati da Cosplay che danno più nell’occhio».

In ultimo, cosa desideri dire al pubblico di “Mankey News”?
«Mi farebbe piacere conoscere nuovi cosplayer! Sono molto timida e non riesco a prendere l’iniziativa per scrivere a qualcuno… Se volete seguitemi su Instagram (@yuya_cosplayer)».❤

 

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