I Cosplay dei retro-game, cosa c’è di così invitante?

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Anche nel 2018 sembra non morire mai la tendenza a realizzare Cosplay ispirati ai retro-game, i primi della lista sono sempre “Pacman e la signora Pacman”, Super Mario e suo fratello Luigi, oltre che altri personaggi anni ’90 della Game Freak come, Rosso di Biancavilla e i membri del Team Rocket.

Il ventennio più florido per i giochi della nintendo, ha segnato un tracciato determinante nel mondo degli otaku che è sopravvissuto attraverso il Cosplay e non è uscito di scena neanche con l’avvento della realtà alterata o dei circuiti dedicati alla riproduzione di titoli moderni.

Il Cosplay ha fatto sì che i ragazzi che a fine secolo erano adolescenti, potessero trovare una connotazione nel mondo nerd, risplendere di nuova luce con una identità rinnovata e allo stesso tempo non svuotata di quelli che erano le basi solide del passato.

Tutti quelli che negli anni ’80 giocavano a Pacman o che a inizio millennio giocavano a Pokemon Rosso, conoscevano a fondo i motivi di innovazione e rinnovamento che vi erano dietro quella scelta, quel senso di libertà e appagamento che gli donava quel mondo.

Ora, grazie al settore del Cosplay, in questi decenni composti da una corsa frettolosa verso un avanzamento tecnologico insensato e spesso anche dannoso, si palesa per tutti i classe ’80 una nuova opportunità: impersonare questi miti.

Miss. Pacman, foto a cura di “Blacknerd” su Pinterest.com

A differenza della realtà alterata, il Cosplay può essere uno sport sano, un modo per evadere dalle contraddizioni stomachevoli del mondo esterno, uno stile di vita o semplicemente un metodo chiaro e conciso per manifestare amore a chi ti è accanto.

Chi ha giocato ai titoli della Game Freak, a quelli della Konami o della Square, sa bene che la comunicazione tra azienda e giocatore deve essere gentile, costruttiva, ma soprattutto produttiva per entrambi, principi di uguaglianza che vengono celebrati a distanza di tempo anche grazie al Cosplay.

Ad oggi vediamo sopravvivere il retro-game attraverso il Cosplay, nelle fiere nazioni ed internazionali non manca mai il rivenditore autorizzato dei primi Gameboy o delle leggendarie console per ragazzi, come il “Nintendo 64” o la “PlayStation One”.

Disse il saggio “sono i concetti che sopravvivono nel tempo” e forse non esiste al mondo aforisma più veritiero: le console cambiano, i wrestler muoiono, gli interessi si trasformano e persino il linguaggio inizia tendere verso i deliri cacotopici di questo secolo.

Tuttavia, fino a quando la vecchia guardia avrà modo di divulgare i principi del passato, anche il presente potrà guardare verso un futuro altrettanto prospero.

 

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