Fanny Isley, la bellezza dei Cosplay incorniciano il talento pugliese

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Celebriamo oggi con un’accoglienza decisamente calorosa, la bellissima e soprattutto abile musa pugliese, Francesca Ippolito in arte Fanny Isley! Una ragazza dotata di un’acume e di una poliedricità davvero notevole che, dopo numerosi successi nei palcoscenici fieristici pugliesi, si mostra al pubblico della “Mankey News”.

Francesca è dispensatrice di sorrisi, calore, colori e tutto ciò che di bello può mostrare una bellezza nata ai piedi delle Murge, qualità che sono gli esponenti illustri del suo grande successo nel mondo del Cosplay.

Ed è proprio su questi punti che desideriamo deliziare il vostro sguardo con una vera e propria mostra d’arte vivente a lei dedicata e costituita principalmente da foto a cura di eccellenti PH del Calibro di: Gianni Lanza, Filippo Coppolino e Emanuele Ladiana, che hanno avuto modo di immortalarla.

Si tratta di una collezione unica, composta dalle seguenti opere stupende come: Christie Monteiro, Lara Croft, Nico Robin, Kitiana e Wonder Woman, che contornano un’intervista dove Francesca si racconta, comunicandoci le sue opinioni riguardo le varie realtà del settore e di cosa ha ricevuto da esso.

E riteniamo di avere ragione nel dire che, un Cosplay di Francesca equivale ad un processo creativo finalizzato da uno scultore o da un’artista dedito a lavorare su tela.

Con i suoi lineamenti delicati e il suo impegno nella realizzazione degli elementi come: gadget, costumi o accessori, questa ragazza prosegue insieme ad altri suoi colleghi verso la strada dell’innovazione, che determina la sua predisposizione alla creazione e al confronto e quella di chi condivide con lei la passione per il Cosplay.

Si tratta, dunque, di una gallery che si pone verso i lettori in maniera più confidenziale, raccontando l’evoluzione del linguaggio stilistico del soggetto artistico. Buona visione.

FOTO

INTERVISTA

Benvenuti nei meandri sconfinati della mankeynews.com! Ringraziamo il talento pugliese, Francesca Ippolito, per averci concesso questa intervista. Parliamo un po’ di Cosplay… Quando nata questa tua meravigliosa passione?
«Grazie a voi per avermi concesso questo spazio, ammiro molto il lavoro che fate, e seguo spesso la vostra pagina! La mia passione per il cosplay è iniziata 2 anni fa, quando un mio amico super geek mi ha parlato di questo mondo. Non ero molto esperta di videogames o anime, ma ho sempre amato creare vestiti e costumi in generale. Dopo tante riunioni con lui, e il mio ragazzo (oggi fanno entrambi parte del mio team) decisi di interpretare Christie Monteiro di Tekken. Ci giocavo spesso quando ero bambina, e mi sono detta “perchè no?”. La mia prima fiera è stata a Lecce, e mi sono ritrovata catapultata in un modo magico già dai primi minuti. Ho amato fin da subito l’atmosfera del posto, un mix di colori, divertimento e nostalgia.
Non ero pronta all’ impatto del personaggio sulla folla, ma le numerose richieste di foto mi divertirono molto. Così decisi di continuare, di migliorarmi nel creare, e di sorprendere. Non lo faccio molto per le gare, quanto per me. E poi, notare la felicità negli occhi di una persona che si emoziona, guardando il suo personaggio preferito prender vita, è già una vittoria».

I dati parlano chiaro, la tua pagina “Fanny Isley – Cosplay & Costumes” è in continua ascesa, mentre le tue performance artistiche hanno raccolto trofei e consensi in giro per i vasti territori pugliesi. Quanto lavoro c’è dietro tutte queste soddisfazioni?
«Tantissimo. Come ho accennato prima, ho la fortuna di avere un team dalla mia parte. Il mio amico super geek, John, mi propone i personaggi, mi aiuta a capire bene le storie, ad agire come loro, mi fa notare o studiare ogni minimo particolare. Il mio ragazzo invece, Carlo, mi aiuta nella scelta dei tessuti, nella creazione e nel ritaglio, anche in orari impossibili. Ho creato vari cosplay per lui, tra cui Joker e Rufy. Sono una perfezionista, sto attenta ai dettagli. E se qualcosa non va, il mio amico me la fa notare subito (questi personaggi per lui sono mostri sacri e devono essere perfetti), col tempo anche io ho imparato a riconoscere e amare questi personaggi, e ora ho un profondo rispetto per tutti quelli che interpreto. Per fare bene un cosplay ci impiego più di 2 mesi, dipende comunque dalla particolarità del personaggio. Ci sono state volte in cui son rimasta sveglia fino a tardi per finire il lavoro, o magari, 5 minuti prima dell’ inizio di una gara. Penso sia un classico per la maggior parte dei miei colleghi. Tutto il duro lavoro però, viene sempre ripagato, e a fine fiera mi sento sempre soddisfatta».

Nico Robin, Wonder Woman, Lara Croft, soono tanti i personaggi da te impersonati che, come quando si assapora un buon vino, regalano emozioni indimenticabili ai tuoi ammiratori. In merito a ciò, qual’è il Cosplay che si è ritagliato uno spazio importante nel tuo cuore?
«Ogni personaggio che ho interpretato mi ha dato emozioni diverse. Ma quella che ha catturato il mio cuore è sicuramente Kitana di Mortal Kombat. E’ stato il primo cosplay che ho portato a Lucca. E quel giorno fu magico per me.
E’ un personaggio amatissimo, fermava letteralmente la folla. Ho studiato molto per entrare nel personaggio, e la creazione dei ventagli non è stata facile, ma alla fine, il feedback è stato ottimo».

Il mondo del Cosplay non è fatto solo da costumi, fiere, contyest, materiali e interpretazioni, ma anche da rapporti umani che ne conseguono. Quali sono state le amicizie e i rapporti interpersonali che ogni giorno ti danno la forza di coltivare i tuoi sogni?
«Purtroppo ho partecipato a pochissime fiere e non ho avuto modo di stringere amicizie con altri colleghi nel settore. Le fiere cosplay, al sud, sono pochissime rispetto a quelle del nord. E spesso noto che la competizione tra cosplayers è veramente alta. Come ho detto, il mio team, la mia famiglia, l’ambiente e la mia passione mi danno la forza, e la volontà, di proseguire in questo fantastico settore. Vorrei diventare una cosplayer ufficiale di un determinato personaggio, e lavorare per le grandi aziende di videogames. Ma la strada è tutta in salita ed è difficile farsi notare in un settore così vasto e agguerrito. Ma non demordo e continuerò a fare il mio meglio. Ora che sto per trasferirmi al Nord, parteciperò a più fiere».

Quando si parla di Cosplay non possiamo fare a meno che analizzare nomi importanti, cosplayers che hanno avuto modo di raggiungere le vette più alte del settore. Negli states possiamo citare Marie-Cloud Bourbonnais mentre, nella nostra amata penisola, possiamo citare la mitica Sweet Angel. Qual’è la cosplayer che osservi con più ammirazione?
«Sicuramente YurikoTiger. Ammiro tantissimo la sua determinazione, il suo amore per il mondo cosplay e per il Giappone. Non la conosco personalmente, anche se mi piacerebbe molto chiacchierare con lei, sedute in un ristorante giapponese magari. Sembra una ragazza forte, determinata, il suo amore l’ha fatta volare a Tokyo, e il suo carisma ha fatto aprire tante porte in una grande città come quella. Il suo percorso è stupefacente. Spero di avere il suo stesso successo un giorno. Ha trasformato quello che ama, in un lavoro. E’ una cosa bellissima. Poi ho da poco scoperto Leon Chiro su instagram, lui gira per il mondo mostrando i suoi cosplay. E’ bravissimo».

6- I materiali sono un aspetto davvero importante nel mondo del Cosplay, alcuni lavori non richiedono solo una grande interpretazione, ma anche un lavoro davvero magistrale con foam e vetroresina, coadiuvato da ambienti relativamente spaziosi con l’immancabile “tavolo da lavoro”. Tra i tuoi lavori, non possiamo fare a meno di constatare il grande impegno nella creazione delle braccia di Nico Robin. Parlaci un po’ di quanto sudore e quanta cura ci vuole per presentare ad un vasto pubblico quel “ben di dio”.
«Grazie mille per il complimento. Non è stata un impresa facile. Ero alle prime armi con la meccanica, infatti penso che il risultato finale sia accettabile, ma sto cercando di migliorarlo in questi giorni. Ho creato una struttura per le braccia, un meccanismo formato da un motorino da 12V~ alimentato da una batteria (creando così un movimento alterno), infine ricoperto da una base di cartapesta. Uso molto questo materiale, dato che vivo in un paese famoso per la cartapesta. Le mani invece sono in resina. L’effetto del movimento era ottimo, le braccia sembravano animate, ma come effetto collaterale, il peso era insostenibile. Ora sono a lavoro nel ricreare tutta la struttura con un materiale diverso, in modo da alleggerire il peso. Vedrete una versione migliorata di Nico Robin presto. E’ stato molto divertente portarla a Lucca, dato che nello stand della Namco c’era l’esatta versione della statua di Robin che stavo emulando. Per quanto riguarda Kitana e Wonder Woman ho usato principalmente Worbla, Foam, legno e cartapesta. Penso che i materiali facciano la qualità di un cosplay, perciò sono sempre molto attenta».

Taranto è la provincia che ti ha dato i natali, si tratta di un territorio ricco di fascino e stupore: castelli, mare, mercati, dialetti, tradizioni popolari e contesti rurali creano un ambiente degno dei suggestivi scenari di “Dragon Age” o delle mitiche leggende di “The Elder Scrools” o di “Magic The Gathering”. Data la notevole predisposizione di questo paese alla rievocazione e alla cultura dell’antico, il Cosplay può ritagliarsi un ruolo di rilievo all’interno del tarantino?
«Assolutamente si. La Puglia offre un sacco di scenari perfetti, magici, per questa categoria. Peccato però che viene sfruttata poco. Ho sempre pensato che la mia citta, o città limitrofe, fossero perfette come scenari di “The Witcher” o “Game of Thrones”. Infatti, ho deciso di sfruttare l’ambiente per il photo shoot di Wonder Woman, e le foto sono bellissime, grazie alla magia che la location offriva. Abbiamo posti veramente suggestivi, come Lecce o Alberobello. Delle culle perfette per il genere fantasy medioevale. Ai confini della Puglia, abbiamo Matera, in Basilicata, dove hanno girato Wonder Woman, trasformando i sassi nell’ isola dove Diana è cresciuta. Gal Gadot era a 40 minuti di auto da me insomma. Credetemi, la Puglia è perfetta per il mondo del cosplay, ma purtroppo questo settore sembra poco sviluppato qui. Ed è un peccato, perchè con un pò di impegno, grazie alla magia del posto, la Puglia potrebbe essere la prossima Lucca».

Le opere da cui prendi spunto sono senza dubbio celebri al grande pubblico del Cosplay, basterebbe citare colossi come la DC Comics e la Core Design per comprendere a fondo l’importanza di personaggi come Daiana Prince o Lara Croft. Quanto è importante essere dei cultori di questi personaggi e delle storie che gli ruotano attorno?
«Questi personaggi, dovrebbero esser amati, studiati, e compresi da tutti a mio parere. Hanno delle storie particolari, spesso sono degli esempi da seguire. Ti fanno riflettere, ti danno una chiave di lettura diversa del mondo, ti fanno comprendere sensazioni, emozioni, attraverso storie di vita. Fantasy o meno, c’è sempre una morale. E’ impossibile non affezionarsi ad un personaggio che ti coinvolge su vari livelli, e spesso si impara molto da loro. Molti vedono queste cose come semplici fumetti, semplice pagine, semplici cartoni animati o videogiochi inutili. Non è assolutamente così. Dietro ogni personaggio, c’è una lezione da imparare. Sono idoli, molto più di semplici disegni o poligoni. Tutti hanno sognato di essere Lara Croft o Nathan Drake, con i loro pregi e difetti. Ho imparato questo grazie al mio amico. Ho ampliato la mia visione su questo mondo. All’ inizio per me erano semplici videogames, semplici fumetti, per lui sono veri e propri idoli, maestri di vita fin dalla sua infanzia. Una “finestra” su un mondo fantasy, per sfuggire alla realtà di un mondo che magari sta troppo stretto. Credo sia un concetto molto importante per tutti i geek. Come ho detto, ho un rispetto assoluto per questo mondo. Per ogni personaggio, per ogni storia. In futuro sarebbe carino sentire mia figlia che dice “Mamma, vorrei essere forte come wonder woman!”».

Alison Carrol e Gal Gadot sono due grandi testimonial delle eroine da te interpretate, anche Nico Robin di Eichiro Oda e Christie Monteiro di Tekken non sono da meno. Tutte hanno un unico comune denominatore: non sono le cosiddette “ragazze indifese da salvare”. Anzi non solo sono totalmente indipendenti, ma riescono con le loro doti ad essere d’aiuto alle persone in difficoltà. È questo l’aspetto interessante che ti da gusto a realizzare questi Cosplay?
«Ho sempre amato le donne forti, con carattere e personalità. Quelle che grazie ai loro poteri, o alle loro doti, ribaltano le situazioni finali. Anche io sono un pò così nel quotidiano, quindi preferisco scegliere un personaggio che mi rappresenti quando faccio un cosplay. Cerco sempre di studiare il carattere del personaggio, il modo in cui reagisce, il modo in cui risponde, la sua forza.
Christie e Nico Robin sono entrambe dolci, ma non si tirano indietro quando c’è un pericolo da affrontare. Guardando le loro storie, hanno superato parecchio e continuano a lottare per affrontare gli ostacoli che la vita gli pone.
Ecco perchè sono dei modelli da seguire. Anche le “ragazze indifese da salvare” però possono essere fondamentali o avere un ruolo chiave in un determinato momento della storia. Mai sottovalutarle».

Il web è molto diviso tra coloro che approvano i Cosplay e i costumi più sensuali e quelli che li ritengono inadeguati. Spesso queste due fazioni hanno generato dei flame war degni delle peggiori tavente e, in molti casi, alcuni “leoni da tastiera” hanno utilizzato le loro chat per screditare o peggio ancora ingiuriare alcuni cosplayer. Qual’è la tua posizione a riguardo e cosa bisogna fare per arginare il fenoomeno delle molestie in questo settore?
«Su questo argomento, posso raccontarvi un episodio che mi è successo a Lucca. Era il mio primo cosplay, Christie Monteiro, decidemmo di fare la versione statuetta collectors di Tekken Tag 2, dove il pantalone è aperto, e indossa un costume sotto. Era il nostro primo anno a Lucca, non sapevamo di avventurarci in una città completamente aperta al cosplay, e non in un padiglione adatto. Prima di Lucca, portai Christie a Lecce, senza nessun tipo di problema. Appena arrivata a Lucca, mi sono accorta che la situazione era ben diversa da Lecce, lì, essendo una città, anche la signora dal balcone poteva commentare il tuo vestito, non capendo nulla. Ribadisco che il mio era un semplice costume da bagno, un pezzo di sotto di un bikini, nulla di eccessivamente scandaloso, ma i commenti arrivarono presto, oltre a fare foto palesi. Ho cercato di resistere, fino a quando una signora è venuta da noi, chiedendomi esplicitamente di fare una foto al mio sedere. Non a me, non al mio cosplay, al mio sedere. La cosa mi ha lasciato in lacrime, e purtroppo, io, il mio ragazzo e il mio amico, lasciammo Lucca quel giorno. Abbiamo capito che lì, le cose funzionavano in maniera diversa, tutti i paesani possono commentare i tuoi centimetri di pelle esposta. Anche se la cosa mi lasciò scossa, decidemmo di non farci rovinare la vacanza dal commento della signora, e a Lucca ci ritornammo il giorno dopo, con un cosplay diverso, Kitana, e la giornata fu fantastica, indimenticabile. Ho saputo dopo, che moltissime cosplayers quel giorno ebbero lo stesso trattamento. La stessa cosa succede anche alle ragazze completamente coperte, ma con forme più evidenti. Come si può frenare questo fenomeno? si può frenare la stupidità? La gente deve capire che, una volta messo il piede in un area cosplay, tutto quello che vede, fa parte di un mondo a sè. Una ragazza deve essere libera di interpretare il personaggio che vuole, senza aver paura dei commenti. Se decidi di andare ad un evento cosplay, cerca di avere rispetto, di essere educato e di non fare lo stupido. Siamo cosplayers ma non ci piacciono i pagliacci. Questo non è un discorso che riguarda solo le cosplayer donne. A volte, anche i ragazzi vengono bullizati alle fiere perchè ritenuti poco seri o “ridicoli”. Quindi ripeto, quando pagate il biglietto d’entrata, lasciate i vostri pregiudizi, il vostro orribile sarcasmo, e la vostra maleducazione fuori dal padiglione. Le fiere cosplay devono essere luoghi dove regna la libertà, la felicità e la spensieratezza».

Ponendo uno sguardo verso il futuro, quali sono i tuoi programmi dedicati al Cosplay? Potresti anticiparci qualcosa?
«Al momento sono impegnata con un trasferimento e il mio matrimonio. Appena sarò libera, ho intenzione di partecipare a numerose fiere del nord, come quelle di Milano, Venezia o Torino. Sono anche aperta ad eventuali commissioni. Naturalmente non perdo di vista il mio sogno/obbiettivo, quello di collaborare con le case produttrici di videogames, per i cinema, diventare una cosplayer ufficiale e magari viaggiare per il mondo portando l’arte dei miei cosplay. Posso già svelarvi però qualcosina sul mio prossimo cosplay che il mio team mi ha proposto. E’ una famosa strega giapponese, che usa i capelli per invocare creature infernali, appena approdata su nintendo switch. In futuro, potrei aprire un associazione cosplay che organizza, promuove o aiuta eventi sul territorio nazionale, insieme al mio team. E’ un idea che ci frulla da parecchio, ma ho bisogno di tanta gavetta ancora».

Secondo le indiscrezioni, il Cosplay è divenuto, sia per te che per tanti altri tuoi colleghi, un mezzo per poter lavorare divertendosi. Sono diversi i cosplayers che vedono in te una ragazza dalle mille qualità, ovvero una vera e propria risorsa per materiali, gadget o interi costumi da acquistare. Questo aspetto è davvero fantastico, quel pizzico di sale che da al circuito artistico quel sapore in più. Secondo la tua opinione, cosa si potrebbe fare per “insaporire ancor di più questa già ricca pietanza”?
«Sinceramente, non sapevo di avere un pubblico così amplio, e questo mi lusinga tantissimo! E’ bello sapere che c’è qualcuno che segue le mie creazioni e le apprezza. E ringrazio ogni singola persona che lo fa. Come avrete notato, a me piace portare in vita personaggi pieni di particolari. Come per le mani di Nico Robin, frutto di un complesso sistema meccanico (e pesantissimo) penso sia necessario per “completare il quadro”, per avere una visione completa del tutto, e per rappresentare il personaggio al meglio. Una pietanza è ricca, se la condisci al meglio. E se già è ottima così, non c’è bisogno di esagerare. I miei colleghi hanno ragione, il cosplay può essere un ottimo mezzo per lavorare divertendosi, ( anche se questo non significa però che non sia faticoso) E’ quello a cui aspiro, trasformare questa arte in un lavoro».

In ultimo, al fine di salutare i nostri amati lettori, cosa desideri dire al pubblico della “Mankey News”?
«Di non lasciarsi mai influenzare dall’ opinione della gente. Se amate il mondo del cosplay, se è una vostra passione, coltivatela. E’ bello condividere le nostre passioni con gente simile. Non importa la vostra età, il vostro sesso, il vostro colore, i vostri gusti sessuali. Nelle fiere cosplay dobbiamo essere tutti una grande famiglia. Meno Flame, Più Supporto».

 

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