Augusto, a Torino si risveglia una tigre leggendaria

Spread the love

TORINO COMICS 2018. Negli ultimi tempi è capitato a pochi di pensare ai titoli di culto degli anni ’70, di ricostruire fatti e passaggi che sempre più appaiono distanti dalla vita contemporanea. Queste analisi dovrebbero essere indispensabili per capire a pieno il contraddittorio intreccio dei diversi ornamenti che caratterizzano il mondo del Cosplay.

Nella prospettiva storica che lega in un grandissimo abbraccio il Cosplay con i manga e gli anime pionieri dell’età dell’oro che vi è susseguita, gli anni ’70 sembrano rappresentare più di chiunque altro l’elemento scatenante. Un’unica linea sembra, infatti, legare gli anime di questi magici anni con quelli dei decenni successivi, quei fasti che dominano le fiere nazionali ed internazionali.

A rappresentare questo intreccio, abbiamo un cosplayer che presenta un personaggio rivalutato di recente e spesse volte presentato in alcune versioni in diversi scenari, stiamo parlando di Augusto Diego Vuono e del suo intrigante Tiger Mask.

Con questa performance artistica, Diego ci permette di giudicare gli anni settanta e l’opera che, nell’ambito dell’animazione e dei fumetti nipponici è emblematica, “Tiger Mask”, senza mezzi termini, come quella restaurazione che ha preannunciato l’ondata rivoluzionaria degli anni ’80 e ’90.

C’è da essere d’accordo sul fatto che, se non fosse stato per maestri come, Ikki Kajiwara, non avremmo mai avuto un susseguirsi di autori d’eccellenza come, Naoko Takeuchi o Rumiko Takahashi, per tanto, si dovrebbe discutere se si tratta effettivamente di un’opera pionieristica o di una dilagante vittoria di un simbolo.

Il merito di tutto ciò va soprattutto a fan come Augusto che, senza se e senza ma, presentano con innovazione e qualità le performance in onore di personaggi che hanno divulgato con forza i valori unitari e patriottici dei periodi della crescita e della restaurazione.

Augusto è stato fino ad ora l’unico cosplayer italiano a indossare i costumi originali ispirati a Tiger Mask (e non home-made). «Il costume è stato infatti realizzato in Giappone su misura per lui dalla Sima Sport – ci racconta il realizzatore della performance -, il marchio che ha vestito numerose gimmick del wrestling giapponese che rispondono al nome di Tiger Mask (sono tanti e ciascuno con un diverso numero accanto al nome). Augusto ha monitorato i lavori oltreoceano tramite l’ invio di fotografie da parte del bravissimo sarto – e proseguendo afferma -, il quale ha realizzato per lui anche il costume dell’Uomo Tigre secondo, che si differenzia per il colore e disegno dei pantaloni attillati (che in questo caso sono blu e gialli) e degli slip, oltre che per il tipo di maschera e per la presenza di polsini tigrati».

Com’è stato già abbondantemente sottolineato in modo serio e faceto, sono stati molti, infatti, i fan che hanno tratto un beneficio enorme dalle opere di questi grandi autori, tra tutti: Go Nagai, Monkey Punch e lo stesso Ikki, gli anni ’70 si sistemarono brevemente nei posti di comando (con i vari robottoni e i celebri protagonisti di culto) per lasciare il campo ad una seconda- ed altrettanto illustre – fase.

Sono proprio gli anni ’70, dunque, gli incontrovertibili fautori di una trasformazione antropologica improvvisa e, soprattutto, insospettabile che ha incantato il mondo intero, regalando a distanza di un secolo, Cosplay di eccellenza come quello di Augusto presentati presso la suggestiva fiera del Lingotto.

«La maschera dell’ Uomo Tigre che vediamo in foto – ci racconta il cosplayer -, visibilmente ispirata a quella usata nell’anime da Naoto Date, si chiude sulla nuca con una cerniera, così come richiesto da Augusto per sua maggiore comodità: infatti è frequente che le maschere del wrestling abbiano dei lacci sul retro, tali da richiedere a volte un’ operazione più lunga per collocarla sul volto e poi toglierla. Il mantello giallo tigrato foderato in raso rosso si lega al collo grazie ad uno strato di velcro a strap ed è in pelliccia sintetica: fa un effetto molto di spicco per l’ occhio dello spettatore, per via del suo colore accesso. La cintura dei campioni è un’ imitazione in plastica di quelle reali (unico elemento diciamo “finto” del suo cosplay). Quando Augusto indossa questo cosplay, che ama alla follia, non solo rivive la sua infanzia nel migliore dei modi, ma attira a sé centinaia di fans di tutte le età che lo ricoprono letteralmente di foto – concludendo -, impedendogli di fare tre passi di seguito in fiera senza essere fermato».

Che dire allora degli anni ’70? Che dire del lavoro di Augusto? La scelta generazionale che si è manifestata con questa mostra ci ha permesso di compiere un viaggio completo all’interno dell’arte. Tutto quello di cui, sia noi che il Cosplay abbiamo bisogno, è racchiuso in questi magnifici scatti.

FOTO

LEGGI ANCHE

https://www.mankeynews.com/2017/12/26/augusto-un-cielo-di-luna-sole-e-stelle/

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *