Robin Rose, tre delle donne simbolo di One Piece

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Donne diverse, ma un trio che supera le aspettative già solo individualmente; accostiamo in questo articolo i personaggi femminili di One Piece, o per meglio dire alcuni di essi, per fornire una panoramica del lavoro di una grande cosplayer.

Nico Robin, Boa Hancock e Jewelry Bonney, nomi che presi da soli aprono un intero mondo riguardo alla loro vita, a come si sono accostate alla vita dei pirati e ai loro poteri, ovviamente; l’opera di One Piece va a fondersi e a delinearsi proprio in parallelo ai Frutti del Diavolo e ai loro utilizzi.

LA COSPLAYER

Una splendida performance che ha come ideatrice ed esecutrice, Robin Rose Cosplay; la bellezza unita all’espressività, ai costumi ben ideati e dettagliati dona a questi Cosplay un grande impatto visivo, che coglie con meraviglia gli spettatori.

Pose studiate e caratteristiche che vanno a riprendere quelle delle donne qui presenti, che rivivono grazie all’interpretazione di Robin e alle foto scattate; ritratti la cui esistenza si deve a Matteo Sciarra e Giancarlo Bigolin.

Il talento che non solo si fa conoscere con questi scatti, ma che oggi ha voluto mostrarsi e raccontarci un po’ di sè tramite l’intervista che segue. La parola, dunque, alla stupenda Robin.

FOTO

INTERVISTA

Ciao Robin e grazie per averci concesso questa intervista per mankeynews.com! ^o^ Cominciamo con una presentazione di rito… Come ti sei avvicinata al mondo del Cosplay?
«Ciao! Grazie a voi per quest’opportunità.
Dunque, in realtà mi sono avvicinata al mondo Cosplay quasi per caso; sono sempre stata un’amante di manga e anime giapponesi. Da bambina impazzivo per “Dragon Ball” e “One Piece”, come tutti i miei coetanei suppongo.
Sono entrata in questo mondo perché mi ero letteralmente innamorata di Androide 18 di “Dragon Ball”: ero entrata in fissa. Infatti, il mio primo Cosplay, fatto da me, è stato quello della bionda cyborg dal cuore di ghiaccio. Oggi l’ho portata a livelli che non mi sarei mai aspettata. E dopo C-18, è subentrata Nico Robin».

Iniziamo a parlare dei tuoi lavori, molti a tema One Piece. Cosa hai apprezzato maggiormente dell’opera?
«“One Piece” è cominciato quando io ero in fasce. Quando ero più piccina ero stregata dall’anime, da queste ambientazioni fantastiche, personaggi stranissimi con poteri tutti diversi. Da bimba mi ha ammaliato; poi crescendo mi sono avvicinata al manga, e sono andata più a fondo riguardo alla psicologia dei personaggi che compongono l’opera del Maestro Oda. In “One Piece” ci sono varie tematiche: l’abbandono, la solitudine, la schiavitù, il rispetto, la supremazia, l’orgoglio, l’amicizia. Credo che sia lo shonen più completo sotto tutti questi punti di vista (apprezzo allo stesso Modo anche “Naruto” di Kishimoto e “Fairy Tail” di Mashima), ma quello che fa trionfare “One Piece” sono le ambientazioni e le singole peculiarità di ogni personaggio; ad esempio, all’interno della Ciurma d Rufy, ognuno ha il suo spazio, il suo compito, il suo ruolo, il suo obiettivo da raggiungere. “One Piece” è un’opera magistrale. Quando finirà, credo che nessuno riuscirà a replicare un manga simile».

Nico Robin, Boa Hancock e Jewelry Bonnie. Tre donne stupende, dal grande carisma e dall’indubbio fascino. Cosa ti ha attratto di loro da farle diventare tuoi Cosplay?
«Per ora la considero la mia triade, le mie bellezze, oltre ad avere una vastità di action figures di tutte e tre. Il primo cosplay di “One Piece” è stato il personaggio di Nico Robin: che dire, credo sia il personaggio femminile più riuscito all’interno della storia. Bellissima, astuta, taciturna, dal sorriso sensuale e beffardo, di un’eleganza innata. Non ha avuto la strada spianata, assolutamente no. Dopo tanto dolore e sofferenza, lei è riuscita ad andare avanti e a fidarsi dei suoi nakama, delle persone che prima guardava dall’alto al basso. Boa Hancock invece è la classica femme fatale, la classica bomba sexy. Anche lei dal passato travagliato, e credo che come Robin questa l’abbia resa la donna forte di adesso. Mentre Jewerly, beh, lei è la mia scaricatrice di porto. Rozza ma sexy. Un mix letale. Amo il personaggio di Bonney perché Oda-sama non ha ancora svelato nulla sul suo conto. Sono ansiosa di scoprire chi sia veramente e che ruolo ricopre all’interno della storia».

Pregi e difficoltà. Quali hai riscontrato nel realizzarli?
«Bella domanda. Gli outfit di “One Piece” non sono semplicissimi da realizzare. Alcuni costumi li ho fatti io, altri li ho dovuto pagare su commissione. Ebbene sì, non sono una cosplay maker; difficoltà molte, ansie riguardo al fatto che il vestito venisse male. Ma alla fine ho visto che il lavoro è stato apprezzato, e questo mi fa molto piacere. Colgo l’occasione per dare un abbraccio forte a tutti coloro che mi sostengono e che apprezzano i miei lavori. Cerco sempre di migliorarmi per dare il massimo di me stessa. Sono fatta così».

Quali sono gli step che ti portano dall’idea di creare il Cosplay a terminarlo?
«Prima di tutto, io non comincio a lavorare su un progetto se il personaggio non mi rispecchia. In questo mese sto lavorando al cosplay di Poison Ivy. Lo sto facendo io, ed è una bella sfida personale: è come se mi confrontassi con me stessa. Io sono la mia rivale. Ogni step per me è molto importante, dettagli, anche le cose più insignificanti cerco sempre di correggerle.
Cosa mi porti al termine di un cosplay? La voglia di dire: “Sì, ce l’ho fatta!”. E mi sento orgogliosa di me stessa».

Quale pensi sia la dote principale che debba avere un cosplayer?
«Sarò franca e concisa: l’amore per il personaggio che si decide di portare e l’interpretazione. Certo, uno può essere un talentuoso cosplay maker, creare dei veri gioielli, ma se manca la parte interpretativa, al lavoro complessivo manca circa l’80%. Questa è la mia idea».

Hai Cosplay in programma prossimamente? Ci vuoi dare un piccolo assaggio?
«Ma certo. Come ho detto prima, sto lavorando al cosplay di Pamela Lillian Isley (aka Poison Ivy) personaggio che amo per la sua intelligenza e la sua sensualità: lei in coppia con Harley Quinn sono troppo divertenti, una l’opposta dell’altra. Inoltre ho in programma Bakugou Katski e Shoto Todoroki di “My Hero Academia”, Bra di “Dragon Ball GT” e Juvia Lockser di “Fairy Tail”. Poi chissà, magari la lista si allunga».

Parliamo di fiere. A quali hai partecipato e a quali ti interesserebbe partecipare?
«Ho partecipato al Lucca Comics naturalmente, al Cartoomics di Milano, Milano Comics and Games, Festival del Fumetto di Novegro, San Marino Comics, Rimini Comix, Sigurtà. Manca all’appello il Romics. Spero vivamente di poterci andare».

Gare Cosplay. Hai preso parte a qualcuna di esse? Se sì vuoi raccontarci la tua esperienza?
«Ho partecipato ad una sola gara cosplay, al San Marino Comics 2017, esibendomi sul palco nei panni di una giovane Bulma Brief sulle note della sigla giapponese di “Dragon Ball”. È stata un’esperienza unica: anche se non ho portato a casa alcun premio o riconoscimento, non dimenticherò la miriade di gente in piazza che cantava, batteva le mani e mi riprendeva con i cellulari. Forse a Lucca sul palco ci ritorno».

Attualmente quale pensi che sia la fiera numero uno in Italia?
«Dico Rimini, ma non solo perché sono un’amante del sole e del mare. A Rimini si può stare in cosplay h24, e quest’anno ho conosciuto un sacco di gente simpaticissima.
Lucca ahimé la metto al terzo posto, mentre Cartoomics di Milano si aggiudica la medaglia d’argento».

Quale è, secondo te, il Cosplay e/o l’opera attualmente più di moda nel settore?
«Ultimamente vanno molti in voga gli aspiranti Pro Hero guidati da All Might e company. Amo “My Hero Academia”. Entrando più nello specifico, questo 2018 è stato dominato da Zero Two, e delle bellessime Love Live».

Grazie mille dell’intervista e per il tempo che ci hai dedicato, in ultimo cosa desideri dire al pubblico di “Mankey News”?
«Il piacere è mio. Spero che i lettori apprezzino l’intervista. Ringrazio Mankey News” per avermi dato questa possibilità.
Bacione dalla vostra Rose!».

 

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