Davide Ravera, uno straordinario colloquio con i cosplayers al Daunia

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DAUNIA COMICS AND GAMES 2018. Tra le numerose attrattive che hanno impreziosito la Fiera di Corso del Mezzogiorno, il lavoro civico svolto sul palco dal maestro Davide Ravera è stato quasi un atto di liberazione. Una conversazione con i cosplayers svolta in un clima confidenziale, un magistrale lavoro duro e vibrante che precedeva una frizzante e goduriosa gara made in Foggia.

Il tema principale è stato molto hot: il rapporto che vi è tra il web e i cosplayers, oltre che l’interconnessione che spesso avviene anche con qualche spiacevole episodio di flamewar tra i performer amatoriali e quelli professionisti. Sono state dette molte cose su quel magico palco e alcune di esse distruggevano quel pantano putrescente sul quale molti sciacalli hanno sguazzato in questi anni.

Non fraintendetemi amici lettori, non mi riferisco a coloro che commentano, bensì a coloro che hanno sfruttato la scia dell’odio a oltranza per accaparrare consensi. La medicina per migliorare questo processo bilaterale che vi è tra il web e il Cosplay sta proprio nella cultura crescente e costante del settore stesso. Chi conosce a fondo il mondo del Cosplay non osa danneggiarlo, bensì combatte proteggendolo anche nei momenti più duri. Non disprezza il prossimo, non scoraggia chi ha idee, non denigra quando vengono fatte richieste sui gruppi e non svolge attacchi pro-attivi verso chi suda per migliorare.

Davide, con il suo dialogo ragionato con i cosplayers del Daunia, da lo stimolo a comunicare con tutte le anime del settore, facendo passare di fatto il messaggio che diventare professionisti non significa allontanarsi dalle masse. Il Cosplay è nato a seguito di una grande rivoluzione culturale, siamo passati da nerd = sfigato a nerd = passione e questo non va mai dimenticato.

I nostri diritti non devono mai essere oltraggiati da chi, dopo anni di soprusi ed azioni discriminatorie, riemerge dalle fogne a creare conflitti. Questa breve parentesi del Daunia è stata molto gradita dagli spettatori, ragazzi giovani e vivaci, persone libere che hanno espresso opinioni libere e sincere. Si spera che anche altre realtà nazionali prendano ad esempio l’idea foggiana.

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