Miraha Fair, la stravolgente e disarmante devozione di Aqua

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Ripercorriamo la carriera da cosplayer di Miraha Fair attraverso questa intervista e il suo meraviglioso Cosplay di Aqua

La magica ambientazione di Kingdom Hearts ritorna con un Cosplay di Aqua a cura del talento di Miraha Fair. Un personaggio, quello preso in esame, che ci riporta ai fasti di una delle saghe videoludiche più famose, avvincenti e incredibili.

Una fonte di amicizia e magia inestinguibile che ha fatto di Aqua un personaggio molto amato, che in questa saga è apparso molte volte in quanto uno dei protagonisti principali… Anche se in molti, in verità, le danno una importanza quasi assoluta.

L’esibizione di Miraha porta ancora più in auge questa ragazza, esprimendo tutto il coraggio e la determinazione di cui è capace, rappresentandola con una grandissima cura dei dettagli di costume, accessori e, ovviamente, interpretativi.

Un Cosplay straordinario che gli obiettivi di Emanuele Bellotti e Chiara Santaterra hanno colto in alcune pose davvero meravigliose, un preludio a quella che è l’intervista che vi racconterà di alcuni retroscena sulla carriera di Miraha.

FOTO

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INTERVISTA

Ciao Miraha e grazie per averci concesso questa intervista per mankeynews.com! ^o^ Iniziamo con una piccola parentesi su di te. Come ti sei avvicinata al settore Cosplay?
«Innanzitutto ciao a tutti e grazie per l’intervista!
Mi sono avvicinata a questo mondo grazie alla passione trasmessa da mia sorella per il Giappone, dato che collezionava manga ed era davvero attratta dalla lingua e dalla cultura fino a farne uno studio approfondito. Di conseguenza, ho divorato anime e manga fin dalle scuole medie ed anche io ho avuto occasione di avvicinarmi alla cultura giapponese.
Ammetto di aver già improvvisato da più piccola qualche piccolo Cosplay molto “low cost” con l’aiuto di alcune mie amiche nei vari piccoli eventi fumettistici della mia zona; ma il primo vero approccio che ha consolidato lentamente la mia passione è stato il mio primo Torino Comics nel 2014. Mi ero trasferita da alcuni mesi per motivi di studio e curiosa di poter partecipare senza farlo sembrare poi una carnevalata, finii per improvvisare a pochi giorni dalla fiera il mio primo vero Cosplay: Alice.
Ovviamente la scelta del personaggio ricadde su un Disney perché era semplice, conosciuto ma soprattutto ero riuscita a procurarmi il costume in poco tempo. Ma fu proprio vedendo i personaggi prendere quasi vita in ogni cosplayer che mi passava avanti che decisi di provare a creare il primo costume con le mie forze (e l’aiuto divino della nonna): Yuki Cross da Vampire Knight.
Proprio capendo di potercela fare, ho continuato per la via della creazione, da parziale a totale, dei miei costumi».

Parliamo un poco del tuo Cosplay di Aqua. Cosa rappresenta per te?
«Il mio Cosplay di Aqua è nato a seguito di varie ricerche e tante ore di gioco, sia sulla console che tramite un gruppo di amici. La mia prima vera interpretazione che ha fatto sì che mi legassi in modo più forte al personaggio riguarda un gioco di ruolo organizzato su Facebook. Le giornate a ruolare e a creare anche versioni alternative della storia che a rilento andava avanti hanno fatto sì che, iniziassi a sentirla parte di me fino a decidere di fare il tentativo finale: crearne il Cosplay.
A parte questo breve excursus, Aqua rappresenta in breve il legame nato tra me e molte persone tra cui uno degli amici di cui narravo poco sopra, oltre che la parte più premurosa ma anche combattiva del mio carattere, e questo mi è stato detto da molte persone nel corso di questi anni.
Grazie al questo personaggio, a questo Cosplay sono riuscita a crescere emotivamente; ho conosciuto persone magnifiche che, nonostante alti e bassi e situazioni poco piacevoli negli ultimi due anni, mi sono rimaste accanto e si sono anche battute per me quando non ne avevo la forza e mi sentivo persa, “persa nell’oscurità” se voglio fare riferimento alla sua storia. Grazie a loro sono riuscita ad uscirne e tornare più forte di prima e ne devo tanto.
Insomma, Aqua ha creato un “legame indissolubile” – per citare una delle sue frasi – tra me e i miei amici ed è per questo che ne ho così cura da considerarlo il mio cavallo di battaglia, oltre ad esserne davvero orgogliosa».

Quando realizzi un Cosplay quale è l’iter che normalmente segui?
«Nella realizzazione di un Cosplay cerco di essere molto metodica: innanzitutto dopo aver deciso e conosciuto a fondo il personaggio, cerco molte reference e ne studio costumi, armi e accessori riportando su un blocco da disegno molti schizzi ed assegnando un grado di difficoltà  alle varie parti che mi aiuterà nell’organizzare il lavoro. (Ovviamente in questa fase si inseriscono eventuali ordini di materiali ed eventualmente lenti e parrucche.)
La gestione dei lavori la divido solitamente in quattro fasi:
– Creazione dei cartamodelli: in questa fase con i riferimenti alla mano creo i “pattern” di armi ed accessori al PC tramite la tavoletta grafica ei cartamodelli sartoriali rigorosamente a mano;
– Sartoriale: a volte invertita per necessità con la fase 3, cerco sempre di portarmi avanti con i costumi, e se non portati a termine li lascio a buon punto prima di iniziare con gli accessori;
– Armi e Accessori: in questa  fase del lavoro ma anche nella precedente sono aiutata dal mio compagno per questioni spesso legate al tempo (mi è capitato di realizzare un’intera arma in 24 ore). Lui è fondamentale per me, in quanto è molto più tecnico ed intuitivo e oltre che molto più esperto sull’uso dei materiali; oltretutto iniziando a lavorare assieme l’ho coinvolto nell’attivo del mondo del Cosplay, dato che prima realizzava solo per altri, infatti molti dei suoi Cosplay o dei miei sono frutto di una ponderata scelta comune.  In ogni caso spesso e volentieri lui mi illustra tecniche nuove sul suo accessorio chiedendomi di riportare la stessa tecnica sui miei. In questo modo riesco sempre ad imparare di più, infatti devo dirgli grazie se ho fatto passi da gigante sia a livello di tecnica nei miei Cosplay!
– Rifiniture e Parrucche: ultimo ma non meno importante si lavora alle parrucche, anche questo lavoro tendiamo a farlo in due ma solo per cercare di essere più precisi possibile nella realizzazione e dopo un’attenta revisione dei punti il Cosplay è pronto!
Ovviamente spesso e volentieri anche un Cosplay finito torna per qualsiasi motivo in manutenzione, specie dopo un Lucca Comics all’insegna della pioggia!».

In base a quale variabile scegli il personaggio da interpretare? Vai unicamente su un preferito o vi sono altre componenti?
«Solitamente valuto molte componenti sulla scelta di un personaggio, non solo quanto mi piaccia visivamente nel corso dell’opera a cui appartiene, ma anche il suo background e come viene caratterizzato: quasi tutti i personaggi che ho interpretato fino ad ora hanno sempre avuto un minimo a che vedere con una parte di me, specialmente le molte facce del mio carattere. Invece ci sono casi come ad esempio Xion, in cui ho deciso di rappresentarla poiché in un periodo della mia vita a cui mi sentivo particolarmente somigliante, per svariati motivi che non sto a descrivere, al personaggio. Proprio perché non mi sentirei a mio agio, spesso evito di seguire le tendenze dell’ultimo anime o gioco uscito, almeno finché non è stato valutato attentamente per trovare qualcosa che potrebbe attrarre la mia attenzione».

Secondo te vi è una caratteristica particolare che deve possedere un cosplayer?
«Forse l’unica caratteristica essenziale ad un cosplayer dovrebbe essere il volersi divertire interpretando il proprio personaggio preferito, ma soprattutto il voler mettersi in gioco in qualsiasi modo ma in modo sano. Non importa se il costume lo fai, lo commissioni o lo compri, per me un cosplayer è tale se si diverte nell’essere ciò che gli piace. Infondo sotto sotto, stiamo tutti “giocando” a fare “qualcun altro”:  sia io un maestro nelle armature o una regina nel sartoriale, o solo un principiante che non ha mai provato a fare nulla perché non ne è in grado».

Quanto tempo ti prende fare un Cosplay? Ce n’è qualcuno che ti ha richiesto più tempo degli altri?«Normalmente impiego alcuni mesi per alcuni addirittura quasi un anno, ovviamente tutto ciò dato da impegni ed inconvenienti. Tuttavia come ho detto precedentemente cerco di essere molto metodica nello sviluppo del costume e spesso riesco a diminuire le tempistiche che gli avevo destinato.
Il Cosplay che mi ha richiesto più tempo rispetto agli altri è proprio Aqua. Nella prima lavorazione ho impiegato più di un anno: molto tempo lo ha preso la creazione del Keyblade dato che ai tempi ero poco fornita per la lavorazione del legno e ho dovuto lavorarlo interamente a mano, impiegandoci circa 6 mesi solo per renderlo verniciabile; gli accessori furono una delle parti più veloci nonostante fosse il mio primo approccio con il foam, mentre il resto del costume lo lavorai su supervisione di mia nonna quindi non ci furono molti disastri. Fortunatamente ora le tempistiche si sono abbassate parecchio, ma ormai c’è anche l’esperienza a far sostegno. Tutt’ora Aqua, probabilmente come si vede nelle mie foto dei social, ha continui cambiamenti ma ammetto che non mi annoia affatto farlo».

Hai un Cosplay che sogni di realizzare? Perchè?
«Certo, probabilmente come molti cosplayer, e questo Cosplay riguarda uno dei personaggi che ho già portato in passato in altre versioni a cui sono legata maggiormente. La versione che sogno realizzare ha aspetti molto particolari che riguardano sia la lavorazione del sartoriale sia quella del make-up – punto su cui non sono molto ferrata –  ma anche l’ambito della creazione delle parrucche: credo che solo la lavorazione di quest’ultima mi darà filo da torcere prima o poi per un po’ di mesi dato che non è affatto un lavoro semplice. Ovviamente, il personaggio di cui parlo è Rio o in questo caso Marin (o Merag nell’edizione Giapponese), dall’universo di Yu-Gi-Oh!, nella sua versione non umana».

Hai già partecipato ad alcune fiere? Quali? Ci sono altre a cui aspiri partecipare?
«Ho partecipato a molte fiere da Torino Comics alle piccole fiere nel Torinese, da AleComics alle due edizioni di Novegro, Milano Comics, Bologna Comics, Lucca Comics e Il B-geek. La fiera a cui mi piacerebbe molto partecipare è il Comicon, dato che nei dintorni ci sono molti amici cosplayer che mi piacerebbe rivedere».

Quale pensi sia, attualmente, l’opera più presa in considerazione e il personaggio più realizzato nel settore Cosplay?
«Attualmente, direi Final Fantasy a livello videoludico con Tifa che sta davvero spopolando nel settore con vari instant nonostante il mondo delle fiere sia momentaneamente fermo; mentre su manga e anime credo che Demon Slayer stia praticamente scavalcando la concorrenza sulle altre uscite a esso contemporanee, ammetto di non aver avuto ancora l’occasione di leggerlo o vederlo».

Hai mai partecipato ad una Gara Cosplay? Se sì, come ti sei preparata e come hai vissuto quell’emozione? Se no, pensi di partecipare un giorno?
«Ho iniziato a partecipare alle gare prima in modo non competitivo dato che non mi reputavo adatta a provare qualcosa di importante ma avendo voglia di mettermi ugualmente in gioco; successivamente mi sono approcciata al mondo competitivo scoprendo di essere maggiormente portata sul fattore dell’interpretazione. Infatti posso affermare di aver avuto qualche piccola vittoria in merito a questo.
La mia routine prima di partecipare ad una competizione è quella di studiare attentamente movimenti e aspetti caratteriali del personaggio, se possibile per calarmi nella parte cerco di ridoppiare o recitare al momento, prima della gara cerco di togliere il nervoso, spesso isolandomi ed ascoltando musica rilassante, oppure cercando di organizzare piuttosto dei mini set in fiera o passeggiando tranquillamente per la stessa. Insomma cerco di star volentieri lontana dal palco fino al momento della gara. L’emozione è sempre grande e sempre diversa,  competizione da competizione, ma spesso considerandola come una prova per me stessa è stata semplice da gestire».

Come ti vedi di qui a 5 anni?
«Difficile prevedere cosa possa fare tra cinque anni: dai miei obiettivi attuali posso dire che sicuramente mi dedicherò al lavoro e probabilmente alla famiglia. Per quanto riguarda mondo del Cosplay vedremo cosa mi attende, dato che è principalmente una passione, probabilmente potrei continuare ancora qualche progetto, magari di quelli più lunghi e complessi. Ma non si sa mai cosa ci attende più in là quindi non so dirlo con certezza».

Hai un progetto in cantiere? Ci vuoi spoilerare qualcosa?
«Sono molto superstiziosa sui progetti in cantiere, più volte mi sono capitati degli imprevisti ed ho deciso di non dire più molto su di essi. Sicuramente uno spoiler che posso ammettere è che il nuovo progetto che sto portando avanti da mesi riguarda un mondo totalmente nuovo rispetto ai precedenti. Avevo bisogno di cambiare clima e magari trovare un nuovo gruppo con cui divertirmi».

Quale è la tua opera preferita nel panorama anime/manga?
«Se devo pensare ai miei preferiti in assoluto devo citare due opere ormai datate: Wolf’s Rain e Inu Yasha; sono le due opere che mi hanno avvicinata al mondo dell’editoria fumettistica giapponese e che mi hanno sempre emozionata ad ogni lettura o visione. Ed è molto strano ammetterlo, essendo una fan di vecchia data dei Digimon o della prima serie di Yu-Gi-Oh! targata Mediaset come forse molti dei ragazzini nei primi anni 2000. Ma forse allora ero ancora troppo piccola per distinguere un’opera orientale da una occidentale, ecco perché sono i primi due ad aver fatto breccia nelle mie preferenze».

In ultimo, per concludere questa intervista, c’è qualcosa che desideri dire al pubblico della Mankey News?
«Oltre a ringraziare lo staff di Mankey News per l’intervista, mi viene da consigliare, specie ai neofiti di questo mondo, di non aver paura di spingersi oltre le proprie capacità.
C’è sempre da imparare e migliorarsi, anche i migliori lo fanno. La cosa più importante è credere di poterci riuscire e non smettere di farlo alla prima difficoltà: non parlo solo della creazione di un costume ma anche di salire su un palco e provare a gareggiare.  Vi assicuro che è un’esperienza unica e da provare almeno una volta nella vita!».

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