Ancora location da urlo, ancora il salernitano: questa volta ci spostiamo a Padula

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La prima cosa che m’interessava capire quando ho osservato la Certosa e tutte le “specialità monumentali” di Padula, era come avesse vissuto gli anni della sua infanzia il celebre Joe Petrosino. Ve lo ricordate l’eroe che da solo era riuscito a scorgere la neonata malavita siciliana negli States alle spalle della Mano Nera?

Mi chiedevo cosa provava un ragazzino ciabattino, in quel paese della Lucania occidentale ancora, per usare un eufemismo, in bianco e nero, lontanissimo da ogni forma di benessere o di qualsivoglia comodità. Con quel mio viaggio, avvenuto anni fa, inizialmente non trovai questo e focalizzai il mio interesse proprio verso la Certosa ed altri capolavori limitrofi.

Fu lì che mi si aprirono gli occhi, furono quelle immagini che (scattate avidamente con una Olympus del 2006) riuscii a vivere quell’esperienza visiva – probabilmente la stessa vissuta da Joe – in grado di aprirti le porte verso un affetto materno, un cosiddetto “calore umano” che solo una terra genuina come questa è un grado di offrire.

Non avrei mai pensato che, dopo innumerevoli viaggi – dalla Toscana, sino in Grecia – era proprio Padula il luogo ideale per poter entrare in contatto con tutto ciò che rappresenta il senso primordiale dell’esistenza. Lunga era da metabolizzare, ma forse la macchina fotografica non riusciva a proteggermi abbastanza da quel che stavo vedendo, ed ora che sono qui a raccontare quei momenti, sono sicuro che per un cosplayer realizzare un photoset in questo paese, sarebbe un battesimo emotivo da non lasciarsi sfuggire.

FOTO

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