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Batman Romagnolo: “l’uomo pipistrello” grande volto italiano della cosplayterapia, ha organizzato videochiamate a tutti i bambini autistici

Alcune volte un volto, un immagine o un video possono fare la differenza. Certo, sono a dir poco indispensabili per tranquillizzare le fasce deboli della società e tutte le persone a cui sembra esser caduto il mondo addosso.

È questo l’immane e straordinario lavoro che sta svolgendo il nostro amato “uomo pipistrello”, colui che emerge dall’oscurità per sconfiggere i nemici più insidiosi del mondo moderno, ovvero la paura, l’idea di essere sempre indietro rispetto alle esigenze imposte dalla vita e ritrovarsi nella costante ed estenuante ricerca della normalità.

Ed è questa la grande battaglia di tutta la cosplayterapia internazionale, battaglia nella quale Batman Romagnolo ne è profondamente radicato da tempo.

In questo frangente, possiamo ammirarlo in videochiamata il nostro eroe, egli ha regalato – in 65 giorni di quarantena totale – un sorriso a tutti i bambini autistici, quelli che vivono da sempre condizioni di difficoltà e sono da sempre in un limbo tra una rinascita e la dimenticanza.

Quello di Batman Romagnolo è un gesto d’amore, unico ed autentico che è balzato agli onori della cronaca, riuscendo così ad approdare a prestigiosi quotidiani della sua città, come il “Corriere Romagna”.

Ad oggi ci troviamo nella cosiddetta “fase 2” quella che offre non pochi grattacapi ai presidenti di Regione, da sempre in bilico tra la libertà e la governabilità, il dramma e la morale, la giustizia e la libertà. Adesso iniziamo a vedere qualcosa all’orizzonte, ma abbiamo vissuto momenti di smarrimento.

Nei momenti di difficoltà sopracitati, la figura di Batman che sostiene la lotta la dimenticanza dell’autismo, rappresenta un po’ quel fascio di luce che squarcia le tenebre più buie, lasciando così spazio a quelle che sono le emozioni più autentiche del mondo del web.

Che dire, sapete, a me non escono parole dinnanzi alla bellezza e a commoventi volti della cosplayterapia, lasciamo, dunque, che siano le immagini a parlare per noi.