Associazione Ludica Fallout ‘N’ Fun, una finestra di passione sul post apocalittico

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Conosciamo da vicino questa realtà campana a tema Fallout: ecco a voi l’Associazione Ludica Fallout ‘N’ Fun

Molte sono le realtà associative che, in questi anni, hanno favorito il proliferare del Cosplay e dei vari generi che costellano questo vivace e variopinto settore. In Campania diverse sono quelle nate allo scopo di allargare il bacino di partecipanti, nonché di farlo arrivare anche a chi non lo conosceva.

Lo scorso maggio è stata istituita l’Associazione Ludica Fallout ‘N’ Fun, un punto di riferimento per la creazione di eventi a tema Fallout, ma anche una presenza importante all’interno delle fiere dove l’obiettivo è uno: immergere lo spettatore in questa atmosfera post-apocalittica derivante dalle opere Interplay/Bethesda.

Una full immersion che conta non solo del contesto visivo, ma anche delle colonne sonore e tutto per dare una maggior fruibilità a chi si avvicina a questa realtà o desidera conoscerla. Tramite la loro pagina Facebook e quella Instagram, avrete modo di contattarli per maggiori informazioni. Ma ora la parola passa a loro.

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INTERVISTA

Salve a tutti e grazie ai ragazzi di Fallout ‘N’ Fun per il tempo che ci dedicate! Parliamo della vostra associazione, ci spiegate in due parole di cosa si tratta e anche un po’ della vostra storia?
«La nostra associazione è nata formalmente nel maggio 2019 quando abbiamo completato tutte le procedure per ottenere il codice fiscale, con la presentazione dello statuto e dell’atto costitutivo ma eravamo già attivi come pagina facebook nell’anno precedente e in quanto pagina abbiamo partecipato a fiere del fumetto campane quali Stabia Comicsville, Fantasy Day di San Giorgio a Cremano e Pontecomix. Una volta diventati associazione abbiamo preso parte anche al Cavacon, all’Ariano International Film Festival e al Fantaexpo. Nei nostri piani era presente il Napoli Comicon, ma l’epidemia ci ha costretto a rimandare l’evento. Siamo un gruppo di appassionati di Fallout che si dedica al mondo del Cosplay, costruire oggetti presenti nel mondo di gioco, fare animazione in fiera o presso locali nerd quali bar o fumetterie».

Quale tipo di attività svolgete durante le vostre attività associative? Realizzate Cosplay? Vi esercitate nell’interpretazione dei vostri personaggi?
«Le attività associative sono rivolte principalmente al mondo delle fiere, si va dai giochi da tavolo fino ad attività a premi come la classica pesca fortunata che si svolge utilizzando fiche realizzate da noi e ispirate a quelle utilizzate nei casinò di New Vegas. Abbiamo anche una macchina artiglio come i Port-A-Diner visti in Fallout 4 e 76, inoltre la nostra scenografa e vice presidente ha realizzato un labirinto verticale a tema Nuka World, il parco di divertimenti visto in Fallout 4, è un gioco di ispirazione medievale in cui tramite fili bisogna condurre una pallina dal basso verso l’alto evitando buche e ostacoli. Tra i giochi da tavolo ovviamente non può mancare il gioco da tavolo ufficiale di Fallout che si può giocare anche in solitaria, ma abbiamo anche il Monopoly, l’allegro chirurgo, scacchi e dama a tema e un gioco di ruolo sullo stile di Dungeon and Dragons, quest’ultimo sviluppato da noi partendo da Fallout PNP, un abbozzo di gioco di ruol oa tema fallout realizzato da Jason Mical poco dopo l’uscita del secondo capitolo della serie. Nonostante il videogioco sia rivolto ad un pubblico adulto, riusciamo ad intrattenere anche i più piccoli. I cosplayer attualmente in associazione sono 3, il nostro presidente che ha un Cosplay ispirato a tutti i capitoli della saga che include vari accessori come l’iconico pip boy, un guanto da deathclaw, una bandiera dei rinnegati e molti altri. Il Cosplay è nato prima dell’associazione e per quanto riguarda la parte interpretativa includeva una radio nascosta che permetteva di diffondere la musica presente nel gioco. Le altri due cosplayer sono la nostra vice presidente che come Cosplay a tema ha realizzato una predona di Nuka World che include anche una collana di linguette di lattine (quest’ultima ispirata però a Mad Max) e poi vari Cosplay di ragazze pre-belliche degli anni 20 e 50. Infine una nostra associata di Formia ha realizzato anche lei un Cosplay da predona ed uno da membro della White Gloves Society, i cannibali mascherati presenti nell’Ultra Luce di new Vegas. Realizzare Cosplay post-apocalittici è molto facile ed anche economico perché ti permette di riciclare veramente di tutto ed adattarlo, più è sporco e consumato, meglio è!».

Cosa rappresenta per voi Fallout e cosa vi ha spinto a coltivare questa fantastica passione?
«A questa risponde il nostro presidente. Iniziò al Cavacon, avevo da poco finito Skyrim e cercavo un gioco sullo stesso stile. Mi cadde l’occhio su Fallout New Vegas, prodotto sia da Bethesda (che aveva realizzato appunto Skyrim) che da Obsidian, che poi scoprì in seguito essere la casa che aveva realizzato i primi 2 titoli principali e il primo spin-off. Fin da subito mi sono innamorato della musica retrò e dell’ambientazione e del fatto che fosse un gioco di ruolo pur avendo meccaniche da FPS. Una volta finito il gioco mi sono poi buttato su Fallout 3 e da lì non ne sono più uscito. Ero in un altra associazione ai tempi e già da lì avevo proposto agli altri associati di dedicare una parte del nostro stand al gioco. Quando però mi sono accorto che quest’area sarebbe potuto essere ben più grande se avessi avuto le risorse necessarie, ho deciso di mettermi in proprio con l’aiuto della mia ragazza, che poi è diventata anche la vice-presidente dell’associazione e fortunatamente le nostre idee sono state ben accolte dal pubblico delle fiere della Campania».

La pandemia da coronavirus ha inferto un duro colpo al nostro amato settore, raccontateci le vostre esperienze da associati e cosplayers durante i duri periodi di quarantena.
«Abbiamo continuato a lavorare a distanza a quelle che dovevano essere le decorazioni e i premi per il comicon, che speravamo di poter svolgere entro luglio. Abbiamo intensificato la nostra presenza sui social postando i nostri lavori su Facebook e Instagram e interagendo con la community, ad esempio ci siamo uniti alla manifestazione del cantare alle 18 sui balconi, però a modo nostro, riproducendo in diretta su Facebook vinili contenenti le canzoni del gioco come Big Iron o Country Roads. E ovviamente abbiamo trasmesso in streaming qualche gameplay di Fallout 76 che con l’aggiornamento Wastelanders si è ripreso in parte dalle critiche negative ricevute al lancio. Da giugno speriamo di riprendere almeno in sicurezza le riunioni degli associati per organizzare la seconda parte dell’anno, speriamo di riuscire a partecipare almeno all’Ariano International Film Festival che l’anno scorso si svolse ad Agosto e magari di recuperare il Comicon».

Nel vasto calderone del mondo del Cosplay, un luogo dove esistono mille modi per interpretare i propri beneamini, qual’è il vostro stile e come vi approcciate con l’utenza all’interno dei bellissimi palcoscenici fieristici nazionali?
«Come abbiamo già detto, quando non prendiamo parte come standisti in fiera ci piace girare per la manifestazione con i nostri Cosplay e la radio nascosta per diffondere le canzoni come se fossimo nella zona contaminata del gioco. I Cosplay cerchiamo di realizzarli noi interamente per quanto possibile, il nostro presidente ha qualche accessorio ufficiale ma in generale cerchiamo di realizzarli noi. In fiera invece utilizziamo una cassa audio che rende la nostra zona immediatamente riconoscibile. A volte le interazioni col pubblico nascono spontanee, a Stabia un signore anziano sentendo un pezzo rock n roll si mise a ballare davanti allo stand mentre altre volte sono i bambini ad avvicinarsi a noi perché siamo pieni di spuntoni, armi nerf, e artigli che fanno a volte paura e a volte emozionano».

Secondo il vostro parere, cos’è di innovativo l’associazionismo per un cosplayer? E quali sono le sensazioni, nonché le esperienza che vive un cosplayer che svolge attività associazionismo?
«Sicuramente la figura del Cosplay in un’associazione a tema è fondamentale, soprattutto se si vuole mantenere una certa atmosfera. Però la cosa più importante è il divertimento.Essere parte di un’associazione ti permette di avere uno stand che può rivelarsi un vero e proprio set fotografico. Per un cosplayer post-apocalittico avere la possibilità di scattarsi le foto in mezzo a tutte le nostre scenografie, tra cui un vero teschio di un caprone ed una macchina del fumo è un’occasione da non perdere. Inoltre ti permette di migliorare le tue competenze di interazione con il pubblico perché un cosplayer non deve essere solo bravo a realizzare il Cosplay ma deve anche essere in grado di calarsi nel personaggio e interagire e scherzare con i visitatori della fiera e l’associazione ti dà la possibilità di fare molta pratica».

Potete dirci qualcosa sulle future possibilità che possono avere i cosplayers e le associazioni Cosplay nei periodi che seguiranno la pandemia da coronavirus?
«Attualmente è tutto molto incerto. Se i concerti sono costretti a svolgersi con un massimo di 1000 persone, non sappiamo quale futuro spetti alle fiere che sono grandissime occasioni di assembramento. Probabilmente finché non avremo una cura o un vaccino sarà difficile poter far svolgere in sicurezza eventi come il Comicon e il Fantaexpo che fanno numeri in linea con le grandi manifestazioni musicali e di certo applicare un distanziamento di un metro non è possibile. Alcune fiere si stanno organizzando per svolgersi in maniera digitale, come il San Diego Comicon, ma questo è a vantaggio di editori di fumetti e produttori di film o serie tv che possono continuare a promuovere i loro prodotti, non certo di noi associazioni che necessitiamo di interazione dal vivo con il pubblico. Per i cosplayer si possono ipotizzare gare Cosplay virtuali come ha fatto il Fantasy Day recentemente. Se sarà possibile con i nuovi decreti, come associazione cercheremo di far ripartire almeno gli eventi nei bar e nelle fumetterie applicando il distanziamento sociale ai giochi da tavolo e facendo indossare guanti e mascherine sia allo staff che ai clienti».

Attualmente quali Cosplay state realizzando? Inoltre, potete dirci se ci sono delle novità in corso d’opera?
«Cosplay al momento nessuno ma abbiamo ripreso a realizzare decorazioni e premi. Stiamo continuando a produrre bottiglie di Nuka Cola e di Sunset Sarsaparilla, Sacche di Sangue, RadAway e realizzando le Lampade Nuka Cola. E ovviamente gli iconici tappi. Proprio ieri ci è arrivato il gioco da tavolo ufficiale di Fallout Shelter, il popolare spin-off per cellulari di Fallout. Speriamo di presentarlo nei prossimi eventi».

A chi consigliereste l’attività di associazionismo e perché?
«Non ci sono limiti di età anche se avere una certa autonomia negli spostamenti sicuramente non può guastare. Un’associazione come la nostra è indicata soprattutto a chi, dopo aver vissuto diverse esperienze come visitatore di fiera, voglia vedere come queste funzionino dall’altra parte. Essere parte dello staff comporta doveri ma anche dei benefici, ad esempio al FantaExpo un nostro associato è riuscito ad incontrare Massimo Pericolo. È consigliabile avere una certa capacità di relazionarsi con il pubblico, ma questa può essere acquisita anche tramite la pratica, per questo in associazione i membri del consiglio direttivo sono sempre disponibili per aiutare chi si è associato da poco e si trova per la prima volta a gestire un evento».

Attualmente quali sono le lacune che riscontrate nel panorama fieristico internazionale e nel mondo del Cosplay? E quali possono essere le ricette efficaci per risolverle?
«In alcune città le fiere non vengono viste di buon occhio dall’amministrazione locale e non ricevono gli aiuti e i finanziamenti che magari ricevono in altre città che invece comprendono il valore non solo culturale ma anche economico di tali eventi. Un demerito va alla città del nostro presidente, Avellino, dove nonostante ci siano diverse realtà associative che riscuotono successo nel resto della Campania, non esiste un evento dedicato a Cosplay, Gaming e Fumetto. Prima della pandemia era in cantiere un evento che doveva svolgersi a marzo ma sfortunatamente è stato rimandato, speriamo di prendervi parte al più presto e che riscuota il successo sperato. Speriamo che le amministrazioni locali la smettano di sottovalutare tali eventi e si rendano conto che non sono solo carnevalate o eventi per “disadattati” ma che ne comprendano il pieno valore culturale, sociale ed economico».

Stando a quanto riportano le indiscrezioni, avete partecipato a moltissimi eventi in tutti questi anni, tra Napoli e Salerno, qual’è il paese che, secondo il vostro parere, incarna più di ogni altro l’innato spirito del Cosplay?
«I luoghi dove ci siamo sentiti più apprezzati sono stati incredibilmente Ariano Irpino che nonostante fosse un evento dedicato al cinema ci ha riservato un inaspettato successo di pubblico e San Giorgio a Cremano dove in due anni abbiamo avuto un afflusso incredibile di visitatori per le nostre attività. Difficile scegliere una città preferita senza fare torti a qualcuno, Salerno sicuramente ci ha dato tanto sia come città (per il Fantaexpo e le Luci d’Artista, a cui abbiamo partecipato per 2 anni) che come provincia (Cavacon e Irno Comix di Baronissi, con quest’ultimo abbiamo una stretta collaborazione che non si limita solo alla fiera ma anche ad altri eventi come l’inaugurazione del Centro Sociale della città). A napoli invece ci sono moltissime realtà nerd che ci piacerebbe esplorare e speravamo di iniziare con il Comicon a costruire relazioni con il pubblico della città».

In ultimo, al fine di porgere un saluto ai nostri lettori, cosa desiderate dire al pubblico della Mankey News?
«Un saluto ai lettori di Mankey News, non vediamo l’ora di incontrarvi ai nostri eventi e nel frattempo vi invitiamo a seguirci su Instagram e su Facebook! E se siete interessati ad associarvi, vi invitiamo a contattarci come un messaggio privato sul vostro social preferito. Please Stand By!».

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