Innovazione, forse è questo il principio che possiamo coltivare per portare la nostra “relazione” col Cosplay allo step successivo

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Nella pienezza del concetto di innovazione, parliamo di Cosplay e delle visioni di pensiero correlate ad esso

Alcune volte mi limito ad osservare il destino del mondo e mi chiedo, cosa può offrire il Cosplay ad ognuno di noi? Qual’è il ruolo che può avere il nostro settore per il mondo intero, specificatamente per quelle persone che non vivono di Cosplay o che possono fare tranquillamente a meno senza. Beh, una risposta me la sono data e risiede nel profondo del mio animo.

Idealmente tendiamo ad indignarci dinnanzi alla presenza di alcune ragazze in desabilles che, comunemente, si dilettano a realizzare il genere Cosplay NSFW (tema su cui ci siamo arrovellati e ne abbiamo discusso non poco nel corso del tempo) e non posso fare a meno di notare che sono proprio certi episodi e, soprattutto, certe reazioni che mi spingono inevitabilmente ad inneggiare un cambiamento determinante non solo per il Cosplay, ma per tutto ciò che non fa parte di esso.

Certo, concordo in pieno su alcuni punti, alcuni Cosplay NSFW sono delle nudità gratuite, spesso anche un po’ volgari e finalizzate unicamente ad acchiappare like, ma il dubbio filosofico che mi pongo è: perché le ragazze che realizzano un buon Cosplay NSFW, un lavoro che racconta una storia oppure una scelta artistica, debbono essere equiparate a chi pensa molto poco all’arte e molto di più allo share?

I Cosplay NSFW non sono tutti uguali e non sto qui ad annoiarvi con la definizione di questo termine in quanto, come ben sapete, è liberamente consultabile in un altro nostro articolo. La roccia su cui si posa ogni messaggio esposto attraverso il Cosplay, sta nel riuscire – con i propri mezzi e sfruttando ogni opportunità – a raggiungere l’obbiettivo prefissato. È un po’ come avviene nella ristorazione, lo chef realizza un piatto che tende ad offrire qualcosa al clienti: una storia culinaria, una data scelta e anche dei significati latenti che – spesso – sono fuori dalla portata dell’ideatore stesso e, nel mondo della ristorazione, il cambio di passo è avvenuto.

Tempo addietro esistevano solo determinati modi di cucinare e i metodi codificati non si contaminavano tra loro, chi praticava l’arte dell’alta cucina non si avvicinava mai al cibo da strada e viceversa, mentre al giorno d’oggi chiunque, senza mezze misure, tende ad allargare i propri orizzonti e a proporre le proprie idee senza subire atti discriminatori – a mio parere – evitabili.

Di esempi e similitudini possiamo farne a iosa, dalla musica allo sport, dalla filosofia alla filatelia, tutto si evolve e tutti comprendono che contaminazione non è – per forza di cose – sinonimo di distruzione. Quindi, come giudichiamo questa performance?

E, badate bene, non vi sto proponendo una Sugoi Dekai mezza nuda e carica di protesi, non è la Ahri col costumino misero che si vede su OnlyFans, si tratta di un lavoro progettato con un obbiettivo, ma costruito con elementi più raffinati del solito. E, forse, sono questi gli elementi giusti che ci consentono di fare un netto distinguo fra un Cosplay NSFW ben progettato e una nudità gratuita messa lì per garantire al cosplayer gli introiti giornalieri.

Per alcuni il Cosplay NSFW è “quella roba lì”, ma è un errore madornale, sono gli stessi metodi che ci riportano a quegli anni in cui il Cosplay puro – quello senza commistioni o forzature – era “quella roba lì” e sono valutazioni che, chi condivide questa raffinata passione con le community… Non dovrebbe fare. Al dì la delle necessità oggettive legate al singolo personaggio; esempio: alcune versioni di Nami e Nico Robin, Vampirella o altri personaggi avvenenti, non possiamo in alcun modo non idealizzarli seguendo le forme e i costumi dei loro ideatori, esistono le scelte del singolo cosplayer, punti di vista che vanno sì criticati, ma anche valutati e – se è il caso – apprezzati.

Su questi punti possiamo fare un passo in avanti, attingere dal passato per scrollarci di dosso queste brutte abitudini che ci portiamo avanti nel tempo ed incamminarci, conseguentemente, verso un mondo dove non è tutto bianco o nero… Insomma, un luogo dove ognuno di noi – soprattutto attraverso il Cosplay – riesce a cogliere quelle impercettibili sfumature che rendono ogni lavoro degno di essere valutato.

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